Non sei solo tu: per tutti un cambiamento sul luogo di lavoro può essere un evento traumatico. Alcuni esperti sono arrivati addirittura a comparare le
Non sei solo tu: per tutti un cambiamento sul luogo di lavoro può essere un evento traumatico. Alcuni esperti sono arrivati addirittura a comparare le emozioni legate a un cambiamento sul lavoro con un lutto in famiglia. Confusione, paura, ansia, frustrazione, senso di impotenza: sono queste le emozioni legate al cambiamento che rischiano di immobilizzarci. O, peggio, di farci venire un esaurimento nervoso.
Nessuno di noi, razionalmente, vuole essere di ostacolo al cambiamento. Anche perché non fa una bella impressione, soprattutto sul luogo di lavoro, per la carriera o la propria azienda. Ma la verità è che nel nostro inconscio le abitudini radicate sono dure a morire.
Per ridurre la nostra resistenza al cambiamento, dobbiamo imparare a migliorare la nostra adattabilità, una competenza chiave dell’intelligenza emotiva.
Kandi Wiens e Darin Rowell, executive coach, spiegano su HBR come riuscire a migliorare questa “soft skill” in quattro step.
Scopri la ragione
Ancora una volta, parte tutto dalla consapevolezza di sé. Quando dentro di noi si affollano pensieri ed emozioni che ci spingono a ostacolare il cambiamento, dobbiamo chiederci perché. Un esempio? Non voglio imparare a usare un nuovo software, perché ho paura di non essere abbastanza bravo e quindi apparire incompetente. Per ridurre l’ansia, puoi qui creare un piano di apprendimento che ti porti gradualmente a padroneggiare al meglio il nuovo strumento.
L’idea è quindi non fermarsi al risultato finale, quanto creare un piano, una strategia pratica per raggiungere il nuovo status concretamente.
Metti in crisi le tue certezze
Spesso le nostre reazioni emotive di paura riflettono un’idea che abbiamo solo nella nostra testa. Ci convinciamo che il cambiamento sarà fonte di sventura, ma in realtà non possiamo saperlo a priori.
Per superare questo blocco, dobbiamo farci alcune domande:
- Qual è l’emozione principale che avverto quando mi parlano di un cambiamento? Può essere paura, rabbia, frustrazione e così via.
- Una volta identificata l’emozione, dobbiamo chiederci: da dove nasce? Qual è l’assunto che io ritengo vero che mi fa provare questa emozione.
Tutto sarà più chiaro con un esempio dalla vita reale, raccontato da Wiens e Rowell. Nel loro lavoro, hanno aiutato una manager nel mondo dei trasporti, che provava una rabbia molto forte davanti a un cambiamento deciso dai vertici aziendali.
Una volta individuata l’emozione prevalente, l’hanno portata a chiedersi qual era la ragione di tanta rabbia. Si è resa conto di pensare a sé stessa come a una vittima impotente della decisione.
Consapevole di questo, è riuscita ad avere un approccio più pratico alla situazione, senza bloccarsi sulla reazione emotiva. Ha “riconquistato” un potere che in realtà nessuno le aveva tolto: con questo cambio di mentalità è riuscita a capire come cambiare il proprio ruolo da leader in azienda, creando anche nuove possibilità per la propria carriera e per la società stessa.
LEGGI ANCHE: “Come smettere di avere paura delle decisioni e abbracciare le incertezze“
Assumiti le tue responsabilità
Uno step fondamentale per superare la paura del cambiamento è ammettere di avere la propria parte di responsabilità. Riflettere sul nostro approccio e sul proprio comportamento, in questi casi, aiuta a capire cosa possiamo fare per cambiare.
Spesso, se non siamo bravi ad abbracciare il cambiamento, ci ritroviamo con pensieri negativi, pessimisti sul nostro futuro nel breve termine. Questo ha un effetto inevitabile non solo sul nostro comportamento, ma anche sulle performance e sul nostro benessere.
L’approccio però non deve essere quello di reprimere questo atteggiamento, cosa che potrebbe peggiorare la situazione. È molto meglio essere onesti con se stessi e aprire gli occhi sul nostro modo di comportarci e reagire di fronte al cambiamento. In questo modo, potremo scegliere come agire con maggiore consapevolezza, provando ad aprirci a nuove prospettive.
Trova il lato positivo
Dopo aver accettato il fatto di essere in qualche modo ostili al cambiamento (e quasi tutti lo siamo, chi più chi meno), dobbiamo quindi fare un passaggio ulteriore: trovare il lato positivo del nuovo corso degli eventi. Come?
Facendosi due domande:
- Quali sono le opportunità nascoste in questo cambiamento?
- In che modo tali opportunità potranno aiutare me e i miei colleghi?
Può essere utile, in questi casi, anche cambiare il linguaggio impiegato sul lavoro. Wiens e Rowell raccontano il caso di un manager per le vendite che ha accettato un incarico da presidente in una nuova società. Un grosso cambiamento, che l’ha portato a ragionare sul suo ruolo: “Prima mi vedevo come un ‘problem solver’, ora preferisco definirmi ‘opportunity finder’, uno che trova opportunità”, ha raccontato.
Questo ha cambiato completamente il suo approccio al lavoro:
«Prima giocavo sempre in difesa: mi focalizzavo su come limitare al massimo le perdite, in ogni situazione. Quando abbiamo cominciato a concentrarci sulle nuove opportunità, tutto è cambiato. Ho cominciato a giocare in attacco, individuando vantaggi che prima erano invisibili per me».
LEGGI ANCHE: “Come imparare a padroneggiare la paura: ce lo spiega un Navy SEAL“
COMMENTS