Gli under 40 italiani sono pessimisti sul proprio futuro lavorativo, in conseguenza dell’emergenza Coronavirus. È quanto emerge dal sondaggio di IZI
Gli under 40 italiani sono pessimisti sul proprio futuro lavorativo, in conseguenza dell’emergenza Coronavirus. È quanto emerge dal sondaggio di IZI e Comin&Partners, che hanno intervistato un campione di 1009 persone tra i 18 e i 40 anni. Più di un intervistato su due (il 52,1%) ha dichiarato di aspettarsi un futuro ‘negativo’ in seguito alla crisi, mentre solo il 20,8 per cento si aspetta un domani più roseo.
Tra le paure principali, emergono gli introiti più bassi (per il 27,8 per cento), la disoccupazione (per 1 su 4), la precarietà (21,7%), mentre il 5,5 per cento si aspetta maggiori opportunità.

Di fronte alla crisi, poi, sembra mancare anche la forza di reagire. Ben il 41 per cento dichiara che si adeguerà passivamente al nuovo mercato del lavoro. Meno di un quarto, invece, il 23%, cercherà di reagire, cercando un nuovo lavoro. Nuove prospettive saranno cercate soprattutto attraverso la formazione specialistica (22%), mentre più di un intervistato su dieci (il 12%) si aspetta di doversi trasferire all’estero.
Come abbiamo visto, per ora gli effetti sul tasso di disoccupazione non sono stati registrati, soprattutto perché molte persone hanno rinunciato del tutto a cercare lavoro durante il lockdown, abbassando quindi la percentuale di disoccupati. Su tutto il 2020, però, le previsioni sono più nefaste, con un ritorno del tasso di disoccupazione a doppia cifra (intorno all’11 per cento).
Di fronte a questi dati, è facile farsi cogliere dallo sconforto. Non è mai semplice ritrovarsi di fronte a un licenziamento, ma è possibile affrontarlo in maniera determinata, ricorrendo ad alcune strategie consigliate da HBR.
Occhio alle emozioni difficili
È perfettamente normale avvertire emozioni difficili quando si viene licenziati. Alcune persone possono reagire attraversando le tipiche fasi del lutto descritte dalla psichiatra Elisabeth Kübler-Ross: diniego, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione.
È comprensibile provare questo tipo di sensazioni, accettarle ed esprimerle, ma il suggerimento è di mantenere i nostri sfoghi in privato. La nostra reputazione professionale sul lungo periodo potrebbe essere danneggiata, infatti, da esplosioni di emozioni difficili da accettare: pensiamo soprattutto alla rabbia. È molto semplice – ma anche molto dannoso – scrivere email o post social irati.
Non si tratta solo di mantenere una buona reputazione all’esterno, ma anche di reagire interiormente. Fa bene, infatti, sentirsi confortati e supportati in un momento difficile, all’inizio. Ma continuare a lamentarsi non fa che rinforzare la nostra spirale interiore di pensieri negativi. E questo non aiuta.
Il rischio, da un lato, è quindi quello di continuare a lamentarsi con gli altri, senza affrontare la situazione. D’altro canto è necessario anche evitare l’approccio opposto e cioè uno stato di quiete passivo-aggressiva. È quello che è successo, racconta HBR, a un dirigente che è stato licenziato dopo dieci anni in un’azienda, in cui aveva conseguito anche risultati importanti. Improvvisamente è sparito del tutto, senza lasciare comunicazioni su come gestire i progetti lasciati in sospeso e i clienti, senza salutare e ringraziare i membri della sua squadra. In questo modo, tutti si sono ricordati di lui solo per quello che aveva lasciato in sospeso e nessuno per le cose buone fatte negli anni precedenti.
Individua la tua rete di contatti più stretti
La rete di contatti costruita al lavoro può rappresentare invece un’importante àncora di salvezza, proprio nel momento di maggiore difficoltà. Mentori, ex capi, amici, clienti, fornitori: tutte le persone con cui hai avuto un rapporto più stretto possono darti una mano ad affrontare il licenziamento.
A tua volta, se altre persone sono state licenziate come te, puoi offrire ascolto e consiglio, se lo trovi appropriato.
Bastano una telefonata o un’email per sottolineare quanto apprezzi la relazione che hai con loro. Questo spesso si tradurrà in un aiuto reciproco: i tuoi vecchi colleghi possono aiutarti e consigliarti su come trovare il tuo nuovo lavoro, su quale potrebbe essere la nuova direzione della tua carriera. Sono loro, d’altronde, a sapere tutto sui tuoi talenti migliori. Persone che non appartengono alla tua vecchia azienda potrebbero persino decidere di assumerti: Dorie, racconta ancora la rivista, è stata per esempio scelta da un ex fornitore, dopo il suo licenziamento.
Lascia un buon ricordo #1 (con un piano per il tuo lavoro)
Piuttosto che sparire o reagire con rabbia, dunque, è più utile per te “lasciarti in buoni rapporti”, soprattutto con i tuoi vecchi colleghi e clienti. Per riuscirci hai due strade. La prima è di pensare a un piano per consentire alla squadra di continuare il tuo lavoro senza troppe difficoltà. I tuoi colleghi si ricorderanno e apprezzeranno i tuoi sforzi per farli lavorare con successo, malgrado tutto.
Allo stesso tempo, assicurati di prendere tutto quello che ti occorre: documenti e altre informazioni che potrebbero esserti utili nella tua futura vita professionale.
Lascia un buon ricordo #2 (con una email)
Il secondo modo per lasciarti in buoni rapporti con il personale della tua vecchia azienda è di inviare una email di addio ai contatti più importanti e significativi per te. Nella missiva, concentrati sugli anni trascorsi in azienda, su quello di cui vai più fiero e di ciò di cui sei grato. Non allungare troppo il discorso (sono sufficienti 5/6 righe) e aggiungi le tue informazioni di contatto (eventuali altre email che non sia quella aziendale, numero di telefono e così via) per mantenere una relazione con le altre persone dell’azienda.
Contatta il resto della tua rete
Dopo esserti definitivamente lasciato alle spalle i vecchi contatti è il momento di contattare la tua rete allargata. Il primo consiglio di HBR è di scrivere un post per i propri account social, informando amici, contatti e follower che hai lasciato l’azienda e stai cercando nuove opportunità. Anche qui la concisione è d’obbligo, insieme a un generale tono ottimista e positivo. Un’idea potrebbe essere quella di riprendere il contenuto della email al punto precedente, eliminando i dettagli che riguardano più specificatamente il tuo vecchio lavoro.
Se arriva qualche commento negativo nei confronti dell’azienda che ti ha licenziato, cerca di evitare di alimentare rancori e polemiche. Sii grato invece a tutti quelli che dimostreranno autentico supporto. Molto probabilmente, se hai costruito una buona rete di contatti negli anni, questo post ti aiuterà a scoprire nuove opportunità lavorative.
Approfondisci: Trovare lavoro, essere se stessi paga: 4 step per cominciare
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