Parlare in pubblico è una delle paure più diffuse di chi si trova a dover intavolare un discorso, soprattutto con persone che non conosce. Sp
Parlare in pubblico è una delle paure più diffuse di chi si trova a dover intavolare un discorso, soprattutto con persone che non conosce.
Spesso chi soffre di questo tipo di paura cerca soluzioni sul web, in grado di diminuire la sensazione martellante di non essere all’altezza del compito, di risultare indesiderato o di non essere in grado di suscitare interesse.
In testa possono balenare pensieri del tipo “Non so cosa dire”, “Non sono una persona brillante” o “Farò sicuramente brutta figura”. Così, i battiti del cuore aumentano e la mente cerca freneticamente argomenti di conversazione brevi e che ci facciano sembrare interessanti.
Eppure, riuscire a parlare con scioltezza con altre persone non è una dote innata, o una predisposizione personale. Si tratta di una capacità che può essere allenata, con pazienza e costanza.
A tal proposito, John Bowe, vocal coach, giornalista e scrittore di libri sul public speaking, ha selezionato per la CNBC 7 errori da evitare quando si parla in pubblico. Nel suo articolo, Bowe evidenzia come l’ansia di parlare in pubblico spesso non attanagli solo chi deve affrontare un discorso dinanzi a una platea. In alcuni casi, infatti, la paura di parlare con gli altri avviene anche nei piccoli scambi che si possono avere in ascensore o in fila, o nell’interagire con i propri colleghi.
Parlare in pubblico, senza paure, riguarda semplicemente la capacità di entrare in empatia con chi abbiamo dinanzi. Per affrontare questa sfida più serenamente, potrebbe essere sufficiente evitare queste 7 comuni insidie presenti in molte conversazioni.
1. Supporre che nessuno abbia intenzione di parlare con te
La timidezza è un aspetto della personalità che riguarda molte persone. Come dice l’autore, “se sei timido, lo capisco, ma non sei l’unico”. Spesso, siamo troppo impegnati a pensare a noi stessi, ai nostri limiti, alterando la realtà delle cose. Giustifichiamo la paura che nessuno voglia parlare con noi proprio con la timidezza. Questo può finire per bloccarci, ostacolando le nostre relazioni con gli altri.
Per scardinare questo tipo di pensiero, Bowe consiglia di considerare il parlare con gli altri come un “servizio” che si offre al prossimo. Del resto, aggiunge, dopo tutto questo periodo di isolamento sociale causato dalla pandemia, è molto probabile che chi abbiamo accanto sia desideroso di socializzare tanto quanto lo siamo noi.
2. Interrompere o intromettersi in una conversazione già avviata
Nelle conversazioni, molto fa saper leggere i segnali di comunicazione non verbale. Bowe prende il caso di una conversazione già avviata tra due o più persone. Uno degli errori peggiori che si possano commettere in questo caso è intromettersi nella conversazione, quando gli altri interlocutori non sono pronti ad “accoglierti”. Come fare allora se si vuole interagire con altre persone che stanno già parlando tra di loro?
Per prima cosa, bisogna aspettare una pausa nel dialogo. Poi, ottenere l’attenzione di qualcuno e attendere un via libera non verbale: è quello il momento giusto per inserirsi. Un ulteriore consiglio è di prestare attenzione anche alla distanza fisica da tenere dagli altri. Mai troppo vicini o troppo lontani: se si vuole essere ascoltati, non si deve urlare (quando si è troppo lontani) o sembrare inquietanti (quando si sta troppo vicini).
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3. Iniziare a parlare senza avere veramente qualcosa da comunicare
Se c’è qualcuno assorto nei suoi pensieri, o che sembra distante, avvicinarlo senza avere ben in mente cosa vogliamo dirgli è invadere in maniera ingiustificata il suo spazio personale. Meglio innanzitutto chiedere il permesso di poter intavolare una conversazione e assicurarsi di avere una domanda ben strutturata da porre. Si tratta del modo migliore per mettere a proprio agio chi abbiamo dinanzi, facilitandolo nel darci una risposta.
4. Affrontare argomenti controversi
Soprattutto se il nostro interlocutore è una persona che non conosciamo, mai impelagarsi in argomenti pesanti, scoraggianti o polemici. Per iniziare, meglio puntare su qualcosa di più semplice, che possa essere condiviso da entrambi. La musica che si sta ascoltando insieme, lo stesso cibo che si sta assaggiando, per esempio. Gli argomenti più difficili potranno essere affrontati più in là, quando si sarà raggiunto il giusto grado di confidenza.
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5. Non farsi capire
Si tratta di una difficoltà che può presentarsi, per esempio, quando si parlano lingue diverse, ma non solo. Quando la comunicazione sembra in qualche modo “disturbata”, è meglio allora rallentare, scandendo chiaramente le parole. Semplicità e chiarezza sono i must da seguire se ci si trova in una situazione simile.
6. Non parlare troppo di se stessi o dell’altro
Spesso, si sente dire che a tutti piace parlare di sé stessi e che fare domande è l’ingrediente segreto di una buona conversazione. Bene, non è per tutti così.
Nessuno, per intenderci, ama essere l’oggetto di un interrogatorio. Se si pensa che le domande che si fanno siano fastidiose per l’altro, meglio smettere subito. Più piacevole, in questo caso, raccontare una storia, offrire un’opinione su un argomento. Se non si riesce a comprendere quali sono gli interessi del nostro interlocutore, meglio spostare il focus, facendo domande del tipo: “Pensi che questa maglietta sia divertente?” o “Sei stato in qualche ristorante nuovo e buono in questa zona ultimamente?”.
7. Far perdere tempo
Quando si conversa, un’altra delle cose più fastidiose che si possono fare è far perdere tempo all’interlocutore. Fissando il pavimento o guardando il telefono senza parlare, per esempio. L’ingrediente giusto per stringere relazioni è essere presenti, mente e corpo, e offrire tutta la nostra attenzione a chi abbiamo dinanzi. Ogni relazione inizia da una conversazione. Ed è bene che sia gentile e realmente interessata.
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