Il successo di un artista può essere determinato da diversi fattori. Perseveranza, talento, fortuna. Altre volte, può rivelarsi il risultato inatteso
Il successo di un artista può essere determinato da diversi fattori. Perseveranza, talento, fortuna. Altre volte, può rivelarsi il risultato inatteso e improvviso di un vero e proprio salto nel vuoto, di un atto di fede. È quanto successo a Pharrell Williams, creatore di “Happy”, colonna sonora del film “Cattivissimo me” e singolo più venduto del 2014. Ecco la storia di una canzone inaspettata e di un artista che ha avuto il coraggio di allontanarsi dalla sua comfort zone.
Pharrell Williams: il re Mida del pop
Cento milioni di album venduti in qualità di produttore, dieci Grammy e due linee di abbigliamento, Billionaire Boys Club e IceCreamFootwear. Oggi, Pharrell Williams è universalmente considerato il Re Mida del pop del terzo millennio. Una vita costellata di successi e di grandi nomi: da Madonna, a SnoopDogg, fino ad arrivare a EdSheeran e Jay-Z.
Nato il 5 aprile del 1973 a Virginia Beach, Pharrell Williams negli ultimi cinque anni è stato protagonista di tre hit mondiali, Blurredlines di Robin Thicke, Get Lucky dei robotici Daft Punk e la contagiosa “Happy”, colonna sonora di Cattivissimo me 2. In particolare, Happy è diventata una delle canzoni di maggior successo dell’ultimo decennio. Un traguardo raggiunto non senza fatica.
Un salto verso l’ignoto
Pharrell Williams e Chris Meledandri, CEO della società di produzione Illumination, hanno collaborato insieme alla realizzazione della colonna sonora del film d’animazione del 2010 “Cattivissimo me”. Fino a quel momento, Williams era conosciuto soprattutto come rapper e produttore. E infatti la sua sound track di quel primo film ha un sound decisamente hip-hop.
Per il seguito del film Meledandri gli chiede una virata decisa: per la nuova colonna sonora, Williams dovrà creare una canzone dal sapore decisamente più pop.
«Sono grato quando qualcuno mi mostra cose che io non riesco a vedere», ha dichiarato l’artista in un’intervista a Inc.com.
Meledandri lo incoraggia in questa direzione per lui nuova: un vero e proprio “salto nel buio”, un atto di fiducia nei confronti dell’amico e produttore, che crede in lui. Tre anni dopo, all’uscita di “Cattivissimo me 2”, la colonna sonora Happy diventa una hit incredibile, che va al di là del successo stesso del film.
La realizzazione del pezzo, però, non è stata per niente facile.
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La storia dietro il successo di Happy
Quando Pharrell Williams ha terminato la registrazione della canzone Happy, è salito in auto con la moglie e ha continuato ad ascoltarla per un’ora di seguito. E non è stato l’unico. La traccia, infatti, si è consacrata come il singolo più venduto del 2014 ed è rimasta per 10 settimane nella Billboard Hot 100. Il pezzo è stato poi candidato all’Oscar ed è rimasto in testa alle classifiche di più di 30 Paesi, vendendo oltre un milione di copie nel Regno Unito
Che la si ami, o la si odi, Happy è ufficialmente uno dei maggiori successi dell’ultimo decennio. Ma non si può dire che sia arrivata senza alcuno sforzo. Il cantante ha infatti confessato di aver dovuto scrivere ben nove versioni prima di arrivare a quella definitiva che gli ha permesso di ottenere il suo più grande successo fino a oggi.
«È come se avessi scritto un intero album di canzoni che però non erano quelle giuste». Un intero album da scartare e rifare.
Di certo, non è stato semplice creare una canzone del tutto diversa dai propri standard, che ha richiesto un grande sforzo di creatività. Come Willams è riuscito alla fine a cogliere l’idea giusta? Uscendo dalla sua comfort zone:
«La creatività – afferma Williams – richiede un alto livello di consapevolezza di se stessi. La comfort zone è uno stato subdolo nel quale ci si sente a proprio agio, senza rendersene conto. Ma per ottenere il meglio da se stessi è necessario muoversi in direzioni in cui si è a disagio o ci si sente più vulnerabili».
Se non ci si riesce a “muovere” da soli, suggerisce il cantante, è importante lasciare che le persone di cui ci fidiamo prendano delle decisioni per noi. Proprio come è successo con Meledandri. Il percorso può essere doloroso, ma “sono questi i rischi che devi prenderti per la tua carriera”, ha spiegato. Rischi che alla fine risultano essere “quelli che ti ricompensano di più”.
Il mix che rende unica Happy
Alcuni esperti hanno cercato di spiegare “scientificamente” il successo di questa canzone. Secondo Andrew Fisher, dell’Università di Southampton, Happy sarebbe una combinazione perfetta di ingredienti che può rendere attraente qualsiasi canzone. La progressione degli accordi presenti nel ritornello, l’arrangiamento, il mix, l’alternanza tra voce solista e coro, amplificherebbero il significato della parola “felice”.
Per Eric Clarke, professore a Oxford, la chiave del successo risiederebbe proprio nel fatto che il suono evoca in qualche modo alla mente il senso di felicità. Una musica ottimistica trasmette un livello elevato di energia positiva, che rende la gente felice. Happy utilizza un’associazione di accordi importanti, legati a emozioni positive.
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