«Sempre più persone costruiscono le proprie aziende intorno all’idea che il business sia qualcosa in più che fare profitti. In realtà, significa ave
«Sempre più persone costruiscono le proprie aziende intorno all’idea che il business sia qualcosa in più che fare profitti. In realtà, significa avere uno scopo più alto».
A scrivere, John Mackey, cofondatore di Whole Foods, e Raj Sisodia, già professore di marketing a Bentley, consulente per aziende come IBM, Walmart e la stessa Whole Foods. I due sono anche gli autori del fortunato volume Conscious Capitalism: Liberating the Heroic Spirit of Business, ovvero Capitalismo “Consapevole”, come liberare lo spirito eroico del business. L’idea di Mackey e Sisodia è che quando gli imprenditori scelgono di “servire uno scopo più elevato”, si sentono maggiormente “galvanizzati” nella loro attività.
Nel libro portano avanti questa tesi raccontando le storie delle aziende che ci sono riuscite: da UPS a Costoco, da Google a Container Store. Imprese accomunate da obiettivi diversi dal mero profitto: non creano valore solo per gli investitori, ma anche “per i clienti, gli impiegati, i fornitori, la società e l’ambiente”.
Che cos’è il Capitalismo Consapevole
La parola “conscious”, che può tradursi come coscienzioso o consapevole in italiano, ha diverse sfumature:
«Noi la definiamo – scrivono ancora Mackey e Sisodia – come la capacità di essere coscienti e svegli, guardando cioè alla realtà come essa è, e non come vorremmo che fosse; significa riconoscere ed essere responsabili per le conseguenze delle proprie azioni; significa avere un’idea chiara di cosa è giusto e cosa è sbagliato; significa ancora rifiutare la violenza come mezzo per risolvere i problemi ed essere in armonia con la natura».
Da qui l’idea che il Capitalismo Consapevole non si preoccupi solo di far soldi, ma che sia in grado di servire tutti gli stakeholder, coloro cioè che hanno un interesse in quel business: gli azionisti, quindi, ma anche gli impiegati, i consumatori e le comunità che con quell’azienda si confrontano. Vuol dire quindi anche confrontarsi con le necessità dell’ambiente. Tutto questo, senza rinunciare alla sostenibilità economica e ai profitti.
Per diffondere questa cultura aziendale, Mackey e Sisodia hanno innanzitutto scritto il volume citato, nel 2013, e poi lanciato la Conscious Capitalism, Inc. ente no profit, rete di aziende e imprenditori che ha deciso di promuovere il principio di Capitalismo Consapevole, attraverso eventi e pubblicazioni. Oggi esistono 50 community di Conscious Capitalism nel mondo, in 14 diversi Stati.
Il capitalismo è buono o cattivo?
L’idea di Mackey e Sisodia, e quindi dei partecipanti al network, è che, malgrado la pessima pubblicistica (basti pensare che il termine ‘capitalismo’ sia stato inventato da Karl Marx), il capitalismo sia buono in sé, perché offre la possibilità di collaborare e di creare valore per molti.
Il libero mercato, spiegano, è il sistema umano di maggior successo, se guardiamo ai risultati ottenuti in termini di cooperazione sociale e progresso. Attraverso il capitalismo, le persone possono aspirare ad avere di più. Ecco perché il Capitalismo Consapevole è fondato sui valori “classici” del capitalismo contemporaneo: scambio volontario, competizione, libertà di commercio, leggi dello stato. Allo stesso tempo, però, Mackey e Sisodia pongono l’accento su altri valori: fiducia, compassione, collaborazione e creazione del valore (non solo in termini economici).
«Pensiamo – scrivono ancora gli autori di Conscious Capitalism – al capitalismo in termini semplici e benigni: semplicemente, è la coesistenza di liberi mercati e persone libere, della libertà politica ed economica. Noi esseri umani, unici tra tutte le specie, abbiamo da sempre creato e scambiato valore gli uni con gli altri: è nella nostra stessa natura».
Nel volume, i due individuano le prove di questa innata capacità e spiegano che, quando gli esseri umani hanno potuto liberamente creare e scambiare valore, “abbiamo prosperato, siamo diventati di più, abbiamo vissuto vite più lunghe, più felici e più pacifiche”.
Un esempio di come, secondo gli autori, il capitalismo abbia aiutato l’umanità? Con la distribuzione della ricchezza:
«Consideriamo quello che è accaduto negli ultimi 200 anni circa, da quando cioè il capitalismo ha preso davvero piede in molte società. Dopo decine di millenni in cui l’85-90% degli esseri umani sono vissuti con meno di un dollaro al giorno (rapportato al valore attuale), il reddito procapite mondiale è cresciuto fino a quasi 50 volte. Oggi, circa il 16% della popolazione mondiale vive con meno di un dollaro al giorno».
I principi di base
In sostanza, secondo gli autori, il business è buono di per sé, è una “verità auto-evidente”. Che senso ha allora parlare di Capitalismo Consapevole? “Possiamo aspirare a qualcosa di persino migliore”, spiegano. In quest’ottica, il Capitalismo Consapevole è una modo per capire “a che punto siamo nel cammino dell’umanità, qual è lo stato del mondo di oggi e l’innato potenziale del business di compiere un impatto positivo nel mondo”.
Passare allo step successivo richiede l’attuazione di strategie precise, seguendo quattro principi fondativi proposti da Mackey e Sisodia:
- Uno scopo più elevato: le imprese che aderiscono al Capitalismo Consapevole, si pongono un obiettivo che va oltre il mero profitto, e così facendo coinvolgono tutti gli stakeholder.
- Orientamento agli stakeholder: come accennato, nell’ottica di Conscious Capitalism, un business non risponde solo agli investitori. Nell’ambito dei propri stakeholder, l’attività infatti include anche clienti, dipendenti, fornitori e così via. Essere orientati verso di loro vuol dire non solo rispondere agli azionisti con i rispettivi dividendi, ma concentrarsi per creare valore per tutto l’ecosistema.
- Leadership Consapevole. Cosa si intende? Innanzitutto, un leader consapevole enfatizza il “noi” e non tanto il “me”: in quest’ottica, l’impresa è davvero collettiva e non una semplice organizzazione dove c’è un vertice che decide per tutti. Non solo: il vero leader, secondo Mackey e Sisodia, coltiva la cultura del Capitalismo Consapevole a tutti i livelli dell’azienda.
- Cultura Consapevole. La cultura di un’azienda è la somma di valori che orienta le sue attività dal punto di vista morale e sociale. Affinché non restino parole vuote, ogni principio deve permeare l’impresa, facendo presa in ciascun membro e in ogni aspetto del business. In aggiunta, scegliere una Cultura Consapevole vuol dire stimolare uno spirito di fiducia e cooperazione tra tutti gli stakeholder.
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