Come usare il fallimento per apprendere meglio

Come usare il fallimento per apprendere meglio

Il fallimento è parte essenziale del processo di apprendimento. Ogni sbaglio, se gestito nel modo corretto, può migliorare e velocizzare i risultati.

Fallimento e apprendimento sono due facce della stessa medaglia. Infatti, anche se da una parte gli errori mal gestiti possono influenzare pesanteme

Fallimento e apprendimento sono due facce della stessa medaglia. Infatti, anche se da una parte gli errori mal gestiti possono influenzare pesantemente l’autostima, dall’altra, riuscire a guardare sotto la giusta luce il fallimento può fungere da carburante per il processo di apprendimento.

Purtroppo, nel corso degli anni, i fallimenti sono stati etichettati come un blocco nell’apprendimento e sono stati quindi associati a qualcosa che deve essere assolutamente evitato, negativizzando la loro reale funzione pedagogica.

Tuttavia, è proprio con gli errori che si può stimolare il pensiero creativo e l’innovazione. Basta, secondo gli esperti, iniziare a insegnare che sbagliare è un fatto inevitabile dell’esistenza e che da un errore può derivare un successo.

Una brutta esperienza che migliora la produttività

Sull’argomento, uno spunto di riflessione molto interessante è stato dato ad Polly Campbell, in un articolo su Psychology Today. La Campbell è autrice di vari podcast e di tre libri tra cui “How to Live an Awesome Life(Come vivere una vita fantastica) e Imperfect Spirituality (Spiritualità imperfetta).

Il suo ragionamento su fallimento e apprendimento parte da un racconto che riguarda la sua vita da studentessa.  Nel periodo in cui frequenta il college, si trova a seguire delle lezioni di economia. Ogni giorno si reca in aula, ascolta il professore, prende molti appunti, studia duramente.

Nonostante il suo impegno, però, e nonostante avesse preso il massimo dei voti in ogni altra materia, non riesce a superare in nessun modo l’esame di quel professore. Un esame obbligatorio per gli studenti di giornalismo: senza quello, non può laurearsi. Dopo aver provato e riprovato riesce alla fine a portare a casa la materia ma, cosa più importante di tutte, apprende una lezione essenziale per la sua vita.

Anche oggi, da professionista, afferma infatti che se pensa al suo passato pensa soprattutto a quella esperienza di fallimento. Forse perché proprio in quel fallimento l’autrice ha appreso cosa sono la resilienza e la determinazione. Due lezioni importantissime che le sarebbero servite per tutta la vita. I fallimenti, anche se duri, anche se accompagnati da lacrime e sudore, sono stati produttivi, perché le hanno insegnato il valore dello sforzo e della perseveranza.

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Applicare il fallimento produttivo nel lavoro e nella vita

Per fissare meglio il concetto, l’autrice racconta di un’altra esperienza, vissuta durante un workshop di scrittura, che sta attualmente seguendo. Nel lavoro assegnato durante il laboratorio, le viene chiesto di scrivere e sottoporre i propri lavori al gruppo. La particolarità è che i partecipanti non lavorano secondo delle indicazioni precise, ma solo a partire da istruzioni poco chiare.

Ogni settimana, l’autrice condivide quindi con i suoi compagni di corso una parte dell’opera che sta scrivendo, ascoltando i feedback su cosa, secondo loro, è stato fatto bene e su cosa invece va migliorato. Nella pratica, questo vuol dire, soprattutto, non concentrarsi tanto sui momenti migliori del lavoro, quanto sui fallimenti, cioè sulle lacune che Polly ha (secondo i compagni) in termini di conoscenze e tecniche di scrittura. Alla fine di ogni sessione, il leader del workshop offre quindi delle brevi istruzioni su cosa può essere migliorato.

Il giorno successivo, allora, Polly torna alla sua scrivania, rilegge il testo, riscrive il capitolo e lo riconsegna al gruppo. E i feedback dopo le correzioni sono quasi sempre positivi. Ciò che sorprende maggiormente l’autrice, afferma, è la velocità con la quale sta imparando e migliorando nella scrittura. Il lavoro svolto diventa più fantasioso, avvincente, in un processo di errori e correzioni decisamente produttivo.

Nella sua esperienza, l’autrice ha allora capito che sta imparando meglio e più in fretta in questo contesto di incertezza. Anche se l’assenza di indicazioni chiare espone sicuramente a un numero maggiore di fallimenti, sono proprio gli errori a consentirle di procedere nel proprio percorso, applicando di volta in volta ciò che impara “facendo”. Con evidenti risultati migliori, ma anche con maggiore soddisfazione.

Da qui, la riflessione di Polly di trasporre questo metodo anche all’interno di altre dinamiche di vita, come quelle lavorative o in famiglia, tra genitori e figli. Ciò che l’autrice vorrebbe che sua figlia imparasse è infatti il valore della fatica, della perseveranza e della resilienza. Di come i fallimenti possono essere produttivi, consentendo alle persone di comprendere più a fondo ciò che studiano o fanno e trovare la propria strada in ogni momento della propria vita.

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Lo studio

La conferma dell’importanza del fallimento nel processo di apprendimento viene anche da una ricerca condotta da Sunita G. Chowrira, capo associato del dipartimento di Biologia, presso la Facoltà di Scienze di Vancouver.

Grazie al loro studio, Chowrira e colleghi hanno scoperto che gli studenti imparano meglio quando, ricevendo poche istruzioni all’inizio delle lezioni, vengono lasciati liberi di sbagliare. In particolare, la ricerca si è concentrata su una classe di studenti di biologia del primo anno.

I ragazzi sono stati divisi in due gruppi: al primo sono state fornite diverse istruzioni sulla lezione prima di iniziare il lavoro di analisi. Al secondo, invece, è stato chiesto solo di leggere il capitolo di un libro prima della lezione, per poi lavorare direttamente sul compito assegnato. A questo gruppo di studenti sono stati forniti feedback immediati sulle parti della lezione su cui non riuscivano a fornire risposte corrette.

Il secondo gruppo con meno indicazioni ha naturalmente registrato un maggior numero di fallimenti. Al termine del test, però, è riuscito a ottenere punteggi più alti rispetto al gruppo di controllo, dando l’idea di assimilare meglio le nozioni proposte. Sbagliare in questo caso, quindi, sembra migliorare il processo di apprendimento.

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Come usare il fallimento per apprendere meglio

di Carmen Guarino Tempo di lettura: 4 min
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