Cosa c’entrano gli scatti dei nostri dispositivi supertecnologici con il comportamento primitivo dei nostri antenati? C’entrano molto, a quanto pare.
Cosa c’entrano gli scatti dei nostri dispositivi supertecnologici con il comportamento primitivo dei nostri antenati? C’entrano molto, a quanto pare. Una ricerca universitaria ipotizza che ci sia una certa assonanza tra le posizioni che assumiamo per i selfie, soprattutto con l’inclinazione che decidiamo di dare alla fotocamera del nostro smartphone, e il nostro bisogno di interazione sociale.
«Se gli esseri umani utilizzano la propria posizione fisica relativa per provare a indirizzare le apparenze, una prospettiva evoluzionistica ci fornirà un contesto utile per capire come e in che modo ci riescono. Nello specifico, questa prospettiva evoluzionista suggerisce due cose: innanzitutto, che le strategie di auto-rappresentazione emergono in contesti che riguardano la scelta del partner; in secondo luogo, ci dice che possono esserci differenze strategiche in base al genere. Uomini e donne, infatti, differiscono nelle qualità che desiderano in un/a compagno/a. Se gli uomini tendono a essere più attratti da segnali di fertilità, come la giovinezza e l’attrattività fisica, le donne tendono a essere maggiormente attratte da segnali di abilità nell’acquisizione delle risorse, come la dominanza fisica e lo status». Ecco perché, uomini e donne sarebbero pronti – anche attraverso la posizione fisica assunta nelle fotografie – a mostrarsi ‘appetibili’ per soddisfare questi bisogni ancestrali.
Da questa premessa, sono partiti i tre ricercatori – Anastasia Makhanova e James K. McNulty del Dipartimento di Psicologia della Florida State University, e Jon K. Maner, della Kellogg School of Management Northwestern University – per dimostrare come le nostre “strategie” per scattare un selfie abbiano un significato dal punto di vista evoluzionistico. Vediamo cos’hanno scoperto.
Posizione dominante
Secondo i ricercatori, gli esseri umani utilizzano la propria posizione relativa rispetto agli altri per conquistare importanti obiettivi sociali: per mostrarsi attraenti, per esempio; oppure dimostrare forza, potere o competenza. Una strategia utilizzata anche dagli animali:
«In determinati contesti, per esempio, gli animali fanno torreggiare il proprio corpo elevandolo al di sopra degli altri, quando sono in competizione per ottenere delle risorse: una strategia che li fa apparire più grandi, più adulti e più dominanti».
Come si traduce questo comportamento negli esseri umani e, nello specifico, quando scattiamo un selfie? Una fotografia scattata dal basso, amplificherà i segni di dominio fisico: l’altezza del corpo sembrerà maggiore, così come la grandezza della mascella. Tratti tipici dell’uomo che cerca di dimostrare la propria superiorità fisica. Un selfie scattato dall’alto, invece, metterà in risalto i tratti di giovinezza e attrattività in una donna: gli occhi grandi, per esempio. Queste erano le premesse da cui partivano i ricercatori per dimostrare che, quando ci scattiamo una foto, rispondiamo in realtà a uno stimolo evoluzionistico. Per validare la propria tesi, hanno quindi analizzato contesti in cui uomini e donne sono più spinti, anche inconsciamente, a mostrarsi in un determinato modo, per ottenere un risultato sociale: i social network dedicati ai professionisti e i portali di dating online.
«Abbiamo ipotizzato che uomini e donne avrebbero utilizzato strategie diverse. Nello specifico, abbiamo previsto che le donne avrebbero comunicato una posizione fisica più bassa, mettendo la telecamera al di sopra del livello degli occhi, mentre gli uomini avrebbero comunicato una posizione fisica relativa più alta, con la fotocamera a un livello più basso degli occhi».
I ricercatori hanno quindi testato le proprie ipotesi in 3 diversi studi.
Un selfie evolutivo
Nel primo set di studi, i ricercatori hanno analizzato l’angolo da cui sono state scattate le fotografie da donne e uomini su un sito web specializzato in incontri (studio 1a) e su un portale per il networking professionale (studio 1b).
Ecco i risultati:
Nel grafico viene mostrato l’angolo medio delle fotografie scattate da donne e uomini in entrambi gli studi. Come ipotizzato, le donne hanno preferito scattare foto in downward e cioè dall’alto verso il basso. A zero gradi, invece, sono posizionate le fotografie scattate al livello degli occhi: gli uomini hanno preferito questa posizione spaziale sul sito di dating. Al contrario, nello studio 1b, gli uomini hanno mostrato maggior senso di ‘dominio’ scattando fotografie in upward, cioè dal basso verso l’alto, nel sito di networking professionale. Le donne hanno invece dimostrato maggiore coerenza, anche se con un grado di inclinazione minore nel secondo caso.
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La differenza registrata nel comportamento maschile è stata spiegata in questo modo dai ricercatori:
«Assodata l’importanza del dominio nella competizione tra membri dello stesso sesso e che gli uomini dominanti potrebbero essere preferiti per le alleanze, gli uomini sono più portati a mostrare segnali di dominanza – inclusa la posizione relativa – in contesti dove esiste competizione tra membri dello stesso sesso oppure dove l’obiettivo saliente è creare una coalizione con gli altri».
Per dirla in parole povere, per entrare in un team di lavoro, gli uomini sono maggiormente portati a mostrare la propria superiorità fisica, per impressionare gli altri membri maschi della specie. È un po’ come dire: “Sono più forte fisicamente, sono più adatto al lavoro”.
Nello Studio 2, sono stati invece coinvolti direttamente 258 studenti, 131 donne e 126 uomini. Ai partecipanti veniva richiesto di scattare un selfie che sarebbe poi stato mostrato a un pubblico di volta in volta dello stesso sesso o del sesso opposto.
Ecco i risultati:
Come previsto dai ricercatori, le donne tendono a fotografarsi dall’alto se credono che la foto sarà poi mostrata a un pubblico del sesso opposto. Il risultato “suggerisce che il loro posizionamento relativo potrebbe essere guidato principalmente dall’esigenza di aumentare la propria attrattività”. Al contrario, gli uomini tendono a mostrarsi da una prospettiva più bassa (e quindi dando l’impressione di una posizione fisica più elevata) quando credono di doversi far vedere da persone dello stesso sesso. Questo risultato “suggerisce che i maschi utilizzano la propria posizione per entrare in competizione con i membri del proprio sesso oppure per mostrare la propria disponibilità a coalizzarsi con loro”, concludono i ricercatori.
La percezione cambia tutto
Un ultimo set di studi – Studio 3a e Studio 3b – ha invece provato a capire come cambia la percezione delle persone che guardano una figura maschile o femminile in base alla posizione relativa del soggetto.
I partecipanti, in questo caso, dovevano attribuire una serie di caratteristiche alle persone fotografate: attrazione fisica, dominanza, età, giovinezza, altezza e peso.
Anche in questo caso, le ipotesi dei ricercatori sono state confermate. Gli uomini venivano infatti percepiti come più alti, più attraenti e dominanti, quando l’angolo della fotocamera era più basso del livello degli occhi. Al contrario, le donne erano percepite come più giovani e attraenti quando la fotografia era scattata dall’alto verso il basso.
In conclusione, “proprio come i membri delle altre specie, le persone utilizzano la propria posizione fisica per comunicare determinati tratti caratteristici agli altri. La posizione fisica relativa, inoltre, gioca un ruolo importante nella percezione sociale e nella gestione delle prime impressioni” che gli altri hanno di noi.
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