Detta così, potrebbe sembrare una barzelletta, o l’incipit di un b-movie: un miliardario, travestito da vampiro per una festa di Halloween, decide di
Detta così, potrebbe sembrare una barzelletta, o l’incipit di un b-movie: un miliardario, travestito da vampiro per una festa di Halloween, decide di mettersi alla guida della sua Tesla da 100mila dollari, e fa da autista per la brava gente di Boston che vuole tornare a casa.
Però è tutto vero. Lui è Paul English, meglio conosciuto come co-fondatore di Kayak sito di prenotazioni di viaggi, che nel 2012 è stato acquistato da Priceline per quasi due miliardi di dollari. E da allora, Paul ha aperto un incubatore per startup a Boston, ha creato Lola, app che fornisce servizi personalizzati per viaggiatori, insegna business al MIT e fa l’autista Uber.
Ma perché lo fa? Per conoscere nuova gente, nuove storie. Ma soprattutto per fare ricerche sulla sua nuova avventura imprenditoriale.
Era l’autunno del 2015, Paul English voleva creare un’app di servizi per il turismo che permettesse virtualmente a chiunque di avere un proprio agente di viaggi personalizzato, a portata di clic. Non si tratta di agenti di viaggio “virtuali”, ma di persone in carne e ossa che consigliano e organizzano un viaggio in tutti i suoi aspetti.
«Tante aziende, oggi, puntano molto sull’idea che la tecnologia risolverà ogni problema e che noi non dovremmo più fare affidamento sugli esseri umani. Noi invece pensiamo che le persone aggiungano valore e quindi stiamo cercando di sviluppare nuove tecnologie che facilitino la connessione da essere umano a essere umano», spiegava English al New York Times lo scorso dicembre.
Uno dei concetti forti della sua nuova startup è la possibilità di valutare gli agenti di viaggio da parte degli utenti: è il sistema delle review, che si sta diffondendo nel mondo digital in tutto il pianeta, in tantissimi aspetti del settore dei servizi. Ed ecco la prima ragione che ha spinto Paul English, miliardario, a diventare un’autista Uber per qualche dollaro l’ora:
«Nella nostra app, c’è un range da 1 a 5 con cui gli utenti possono valutare gli agenti di viaggio, proprio come succede per gli autisti di Uber, volevo capire cosa si prova ad essere valutati e come questo cambia la relazione tra l’azienda Uber e il guidatore», ha spiegato. Un esperimento che ha portato a importanti conclusioni: «Essendo una persona molto competitiva, ogni volta mi chiedo: chi è che non mi ha dato 5 stelle? Cosa ho fatto di sbagliato? Ho voluto che Lola fosse impostata proprio secondo questo tipo di mentalità, voglio che i miei agenti siano competitivi. Voglio che, guardando ai propri risultati, pensino: ‘Voglio diventare più bravo’».
Altre ragioni che hanno spinto l’imprenditore per le strade di Boston con il suo costume da vampiro a guidare una Uber car? Imparare cose nuove e conoscere nuove persone:
«A un certo punto della mia vita, guardando la mia agenda, mi sono accorto che il 90% dei miei appuntamenti e delle mie riunioni erano con persone di due settori: il tech e il non-profit. Dovevo allargare i miei orizzonti. Ancora oggi lo faccio, per qualche ora a settimana, e tengo un diario in cui scrivo almeno una frase per ognuno dei miei passeggeri: impressioni, eventi particolari», ha raccontato.
A quanto pare l’esperimento ha avuto così tanto successo, che English sta pensando a una nuova attività da svolgere per conoscere persone ancora diverse: «C’è un bar proprio affianco al mio ufficio: andrò a fare il barman ogni lunedì».
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