Le università italiane si stanno adeguando sempre di più al cambiamento sostanziale che interesserà il panorama lavorativo nei prossimi anni. Per l’
Le università italiane si stanno adeguando sempre di più al cambiamento sostanziale che interesserà il panorama lavorativo nei prossimi anni. Per l’anno formativo 2021/2022, sono tante le novità in termini di nuovi indirizzi di corsi di laurea e master che parlano green.
Sostenibilità e sviluppo tecnologico sono le parole chiave di questa nuova offerta formativa che cambia non solo nel contenuto, ma anche nella modalità in cui viene presentata.
Molti dei nuovi corsi di laurea proposti, infatti, potranno essere seguiti in lingua inglese, dando la possibilità di conseguire titoli spendibili non soltanto in Italia, ma anche nei Paesi esteri.
Complici gli investimenti previsti dal Recovery Plan, orientato a favorire la transizione ecologica, gli atenei puntano a formare giovani preparati in discipline sempre più trasversali.
Secondo un’analisi effettuata da Il Sole 24 Ore, i nuovi corsi di laurea lanciati quest’anno sono 200, portando in questo modo l’offerta complessiva degli atenei italiani a oltre 5mila proposte, tra corsi triennali, biennali e magistrali a ciclo unico.
Ecco alcuni dei corsi di laurea più innovativi, avviati nei principali atenei del nostro Paese.
L’offerta formativa delle Università Italiane
I nuovi corsi di laurea green sono vari. Obiettivo degli atenei italiani è infatti fornire ai giovani le competenze richieste dal mercato del lavoro, che cerca sempre più figure in grado di affrontare le varie esigenze determinate dai cambiamenti climatici. Ma non solo.
L’Università di Padova, per esempio, presenta nella sua offerta formativa un corso di laurea magistrale in “Sustainable Science and Technology for Circular Economy” e un altro in “Water and Geological Risk Engineering”. L’intento dei due corsi è formare esperti in analisi, monitoraggio e mitigazione dei nuovi rischi idrogeologici, connessi ai nuovi e sempre più prorompenti fenomeni calamitosi.
Le problematiche ambientali vengono affrontate anche dal nuovo corso di laurea magistrale interfacoltà della Sapienza di Roma: la laurea in “Biochemistry” è in lingua inglese, per garantire la creazione di un profilo a carattere internazionale. L’offerta formativa prevede l’acquisizione di conoscenze e competenze soprattutto nei campi della biochimica, delle metodologie biochimiche e della biotecnologia.
La Liuc di Castellanza propone invece un percorso trasversale dedicato alla sostenibilità, inserito all’interno dell’ambito di ingegneria gestionale. Obiettivo del corso è preparare giovani in grado di accompagnare imprese e società verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile imposti dalle Nazioni Unite. Il corso tratterà il tema della sostenibilità puntando su tre componenti principali: economica, ambientale e società.
La società di domani richiede però anche giovani formati in tecniche agricole innovative, in grado di preservare il territorio, conoscendone le varie peculiarità.
L’Università Politecnica delle Marche propone a tal proposito un percorso triennale in sistemi agricoli. Il manifesto del corso prevede la formazione di esperti in attività agricole in grado di gestire processi produttivi innovativi e sostenibili, adatti alle varie esigenze del territorio e degli operatori che ne fanno parte.
Sempre in ambito agrario, apre quest’anno a Modena e Reggio Emilia il corso di Laurea magistrale in sostenibilità integrata dei sistemi agricoli. A Bari sarà attivo un corso professionalizzante in tecniche per l’agricoltura sostenibile.
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Formazione post-laurea
L’offerta formativa si arricchisce per quest’anno anche di corsi professionalizzanti post laurea, i cosiddetti master “green”, di primo e secondo livello.
La Bocconi di Milano, per esempio, propone “Masem” (sustainability and energy management), un master post laurea che ha come obiettivo preparare giovani professionisti pronti ad affrontare le sfide della sostenibilità a 360 gradi.
L’Università Statale di Milano propone invece un Master di II livello con focus sui cambiamenti climatici. Lo “Iacc” (Interdisciplinary approaches to climate change) è aperto a laureati in materie umanistiche e tecniche. L’offerta formativa è realizzata anche grazie al supporto di atenei stranieri, come la Seattle University, e centri di ricerca internazionali.
L’Università di Torino propone il master in “Sostenibilità Socio ambientale delle reti agroalimentari”. L’obiettivo è la formazione di solide competenze nella creazione di processi produttivi sostenibili.
Per i laureati in ambito medico, invece, è attivo il master in “Ambiente e Salute” dell’Università di Bologna.
Lavoro: sempre più posti green
L’offerta formativa che le Università italiane propongono quest’anno è lo specchio di una società che ha sempre più bisogno di esperti dell’ambiente.
La rivoluzione green è già realtà e sta già trasformando il mercato del lavoro.
Secondo un report diffuso dal Governo, negli ultimi 3 anni, il numero delle imprese che hanno deciso di investire in prodotti e tecnologie sostenibili è stimato a 432mila unità. L’impatto previsto in ambito occupazionale è di 3,1 milioni di posti di lavoro, circa il 13% dell’occupazione italiana complessiva.
Una transizione che subirà una brusca accelerata anche grazie al Piano messo a punto dal governo. Per centrare gli obiettivi climatici che puntano a una crescita del settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, infatti, saranno messi in atto una serie di interventi che determineranno una crescita annua del Pil dello 0,5%-0,6% e un aumento dell’occupazione del 2,5%-3% l’anno, concentrati soprattutto all’interno dei settori edilizia, trasporti ed energia rinnovabile.
Si prevede, inoltre, che il 62% dei neoassunti nei prossimi 5 anni, circa 2,7 milioni di posti in totale (dati Unioncamere), dovrà essere in grado di sviluppare soluzioni e strategie ecosostenibili. Il 56% dei lavoratori dovrà inoltre essere in grado di utilizzare strumenti tecnologici e di comunicazione visiva e multimediale. Tra i profili più ricercati ci sono: ingegneri civili, energetici e meccanici, ma anche tecnici della gestione dei cantieri edili e della sicurezza sul lavoro. Emergeranno anche nuove figure professionali, come per esempio il giurista ambientale e l’energy manager, ma anche l’informatico ambientale e lo specialista in contabilità green.
Con delle proiezioni del genere, le Università italiane hanno deciso di non restare indietro e cavalcare l’onda della rivoluzione verde, sempre più orientata verso l’internazionalizzazione del lavoro.
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