Prima della pandemia, molte aziende si opponevano al lavoro flessibile. Con l’emergenza sanitaria, lo smart working è diventato però una necessità.
Prima della pandemia, molte aziende si opponevano al lavoro flessibile. Con l’emergenza sanitaria, lo smart working è diventato però una necessità. Da allora, il contesto lavorativo è profondamente cambiato e con esso il modo in cui gestire gli spazi e i tempi di lavoro.
Oltre a evidenziare tutte le potenzialità del lavoro flessibile, però, la pandemia ha anche fatto emergere delle problematiche importanti, come la difficoltà da parte dei genitori single di conciliare lavoro e famiglia, mantenendo integra la propria salute mentale.
Il peso dell’essere soli
Per mesi, con la completa chiusura di uffici e scuole, le persone si sono trovate a lavorare nelle proprie case, con bambini piccoli e nuove difficoltà di gestione familiare. Una situazione che ha penalizzato ancora di più i genitori soli che, senza poter contare sulla scuola, o sull’aiuto di amici e familiari, si sono dovuti destreggiare tra il lavoro e la gestione dei bambini. Ecco allora, che un periodo potenzialmente utile a riscoprire il piacere e il vantaggio del lavoro da casa, per alcuni si è trasformato in un’enorme fonte di stress.
Una situazione che, pur essendo emersa in maniera preponderante durante l’emergenza sanitaria, esiste in realtà da sempre e che ogni anno costringe numerosi genitori single ad abbandonare la propria posizione lavorativa.
L’aumento del carico lavorativo e la scarsità di risorse portano inevitabilmente a uno stato di esaurimento, fisico e mentale. E il senso di isolamento non fa altro che peggiorare la situazione. Un isolamento che per chi non ha un partner è ancora più pesante da affrontare.
Uno studio sulle madri single di Rosanna Hertz, sociologa del Wellesley College, ha rivelato che le mamme che vivono da sole con i propri figli, hanno sperimentato durante la pandemia un calo della produttività dal 57 al 47%, dovuto probabilmente proprio alla responsabilità di cura dei propri figli.
Genitori single e stress lavorativo: cosa possono fare le aziende
Gli esperti dell’Harvard Business Review affermano che esiste una soluzione per diminuire lo stress lavorativo dei genitori single. La chiave risiederebbe infatti nella creazione di un sistema strutturato in cui le aziende e le istituzioni mettono in atto una serie di azioni finalizzate a eliminare le situazioni che penalizzano chi ha qualcuno da accudire. Ecco alcuni esempi.
Assumere e supportare i genitori single
La prima vera e importante politica lavorativa che le aziende possono mettere in atto per aiutare i genitori single è innanzitutto riassumere quelle persone che, durante la pandemia, sono state costrette a ridurre o lasciare il lavoro per prendersi cura dei propri figli perché sole. La seconda, strettamente collegata, è rivedere il concetto di “dipendente ideale”. Oggi, infatti, si considera come dipendente ideale la persona sempre disponibile, favorevole al superlavoro. Una caratteristica che inevitabilmente penalizza chi ha una famiglia e non può trascorrere in ufficio intere giornate. Le aziende dovrebbero essere in grado di riconoscere a tutti gli stessi diritti, abbandonando il concetto di “superlavoro”.
Creare un sistema inclusivo
La trasparenza nella comunicazione è un altro imprescindibile elemento dell’inclusività aziendale. Le aziende devono poter mettere i genitori single nelle condizioni di accettare anche incarichi prolungati o viaggi di lavoro, senza restrizioni. Come? Innanzitutto, considerando la possibilità di fornire dei rimborsi ai dipendenti, genitori single, che partecipano a eventi di lavoro al di fuori dell’orario di ufficio. In secondo luogo, parlando apertamente delle possibilità di carriera e delle soluzioni che è possibile adottare per aiutare i genitori single ad affrontare le sfide lavorative.
Sì al lavoro flessibile
Il lavoro può essere riprogrammato, e questo la pandemia l’ha dimostrato ampiamente, attraverso l’attuazione dello smart working e del lavoro flessibile. Le aziende, quindi, possono concedere ai propri dipendenti autonomia nella gestione del tempo, della modalità e del luogo in cui si lavora. Non vale più la regola che vede premiare chi passa più ore seduto davanti a una scrivania. Il focus diventano gli obiettivi da raggiungere.
Concedere delle pause
Le aziende possono contribuire a eliminare l’esaurimento lavorativo dei genitori single, e non solo, garantendo ai propri dipendenti un periodo di assenza dal lavoro, proponendo il congedo familiare retribuito, i permessi di malattia e le ferie retribuite.
Fornire supporto alla cura dei bambini
Il contesto lavorativo occupa un ruolo importante nello sviluppo delle politiche e delle pratiche di supporto all’infanzia sul luogo di lavoro.
Un sondaggio condotto a settembre 2020 dalla Society for Human Resources Management ha evidenziato come l’87% dei dipendenti ritiene molto utile un rimborso da parte dell’azienda dei servizi di assistenza all’infanzia.
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Cosa puoi fare tu per evitare l’esaurimento lavorativo
Il cambiamento deve essere dunque supportato dalle aziende e dalle istituzioni, ma per evitare di sovraccaricare la propria mente e il proprio corpo, è importante che il genitore single impari ad ascoltare se stessa/o e ad affrontare il lavoro con la giusta prospettiva.
Ecco alcuni passi da seguire per evitare il burnout lavorativo.
Cambia punto di vista
Il primo passo da compiere è comprendere che il problema non è individuale, ma generale. Questo elimina il senso di colpa o di inadeguatezza che, spesso, pervade un genitore single in difficoltà. Il burnout può essere gestito alimentando la resilienza e imparando a distinguere compiti stimolanti e positivi, da situazioni stressanti e sterili.
Bilancia bene richieste e risorse
Parte dell’esaurimento lavorativo deriva dalla mancata corrispondenza tra richieste da rispettare e risorse a disposizione. Una possibile soluzione è ragionare su come aumentare le proprie risorse, a partire dai propri punti di forza. Un’altra è imparare a lasciar andare quando ci si accorge di non farcela più. Non fa niente se per un giorno la casa non è pulita, o il pasto non è squisito. Stabilire delle priorità può aiutare a mettere da parte le azioni non indispensabili, diminuendo il carico di lavoro giornaliero.
Celebra le tue piccole vittorie
Concludere la giornata concentrandosi sui piccoli successi ottenuti, o sull’assenza di eventi negativi (l’assenza di una discussione, di uno scatto d’ira, per esempio), può aiutare la mente a combattere il burnout.
Chiedi aiuto
Imparare a chiedere aiuto alle persone vicine, alla comunità, o a gruppi specifici aiuta il genitore solo a sopravvivere, ma anche a non sentirsi così solo.
Concediti una pausa
Essere consapevoli delle proprie energie e necessità è essenziale per la propria salute mentale e fisica. Per questo, è importante pianificare dei tempi di inattività, per consentire alla mente di recuperare nei momenti di maggiore stress. Concedersi del tempo per sé stessi, in maniera metodica, può essere un toccasana per la propria salute mentale.
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