Le attività sportive di ogni tipo hanno perso, nel 2020, più di due miliardi di fatturato: 2,278 miliardi di euro, per essere esatti, con un -18% ri
Le attività sportive di ogni tipo hanno perso, nel 2020, più di due miliardi di fatturato: 2,278 miliardi di euro, per essere esatti, con un -18% rispetto all’anno precedente.
Malgrado le restrizioni, gli italiani (ma non solo) non hanno però abbandonato lo sport e anzi in diversi casi hanno incrementato l’attività fisica. Ecco che fioriscono aziende per le attrezzature per le palestre casalinghe e per le lezioni di fitness a distanza.
Lo sport in lockdown
La pandemia è stata un duro colpo per le attività sportive di squadra o comunque organizzate. Nella cosiddetta Fase 1, inaugurata dal governo Conte a marzo 2020, anche gli allenamenti all’aperto sono vietati. Si rispolverano allora alcuni vecchi attrezzi e cyclette, magari conservati in cantina per lunghi anni. Sui social e online si moltiplicano i coach che spiegano come allenarsi in casa senza rischi.
Con la Fase 2, a inizio maggio, ricominciano anche le attività all’aperto, purché individuali. Dopo tre settimane possono riaprire anche le palestre e tutto sembra tornare (quasi) come prima.
Con l’autunno però torna l’incubo lockdown: anche se le restrizioni sono meno stringenti, le palestre potranno riaprire di nuovo, in zona gialla, solo verso la fine di maggio 2021.
Una situazione che ha fatto riscoprire a molti italiani la necessità di muoversi e fare attività fisica in autonomia, anche nel chiuso delle proprie case. Anche per scaricare la tensione di una situazione che provoca stress e problemi mentali di ogni tipo.
Secondo la ricerca “Emergenza sanitaria Covid-19 e sport: gli impatti sugli stili di vita dei cittadini e sull’offerta di servizi durante il Lockdown”, condotta da Sport e Salute a luglio 2020 in collaborazione con SWG emerge infatti un’importante quota di italiani pronta a mantenersi in forma durante le chiusure: il 58 per cento degli intervistati ha svolto attività fisica in lockdown per ricavarne un beneficio fisico, mentre il 63 per cento dichiara di averne ricavato una migliore salute mentale. Più di un terzo del campione, il 37 per cento, ha dichiarato di essere stato più attivo in lockdown rispetto ai tempi normali.
In questa tabella, tratta dal report citato, l’importanza del rimanere attivi anche e soprattutto in quella situazione di emergenza:

Home Gym, la palestra in casa
Costrette alla chiusura, molte palestre e attività sportive si sono convertite all’online. Un esempio è quello di Liz Nable e del suo pivot in pandemia.
La sua storia è interessante per molte ragioni. È giornalista freelance e vive a New York con la famiglia, dove il marito lavora in una banca d’investimenti. Stufi della frenesia della Grande Mela, i due decidono di tornare in Australia, Paese d’origine di Liz. È il 2011 e il secondo figlio è in arrivo.
Decidono allora di mettersi in proprio, aprendo un punto Xtend Barre, catena in franchising di palestre focalizzate sugli esercizi alla sbarra. L’attività va bene e, nel 2019, Liz arriverà ad aprire la sua quarta palestra della catena. Fino a quando, come sappiamo, non arriva il COVID-19 a mettere i bastoni tra le ruote.
In Australia, come in tutto il mondo, vengono chiuse le palestre e tutti business considerati non essenziali. È a quel punto che Liz decide di cambiare velocemente il core della sua attività: nel giro di 24 ore, trasforma tutte le sue palestre in un fornitore di coaching a distanza, con lezioni di fitness virtuali, riuscendo a portare avanti l’azienda, senza chiudere, durante tutta l’emergenza.
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La sostenibilità della gomma riciclata
A seguire il trend delle palestre casalinghe, c’è anche un’azienda italiana che ha fatto della sostenibilità il proprio core business.
«Nel 2019 il volume di metri quadri venduti di pavimentazione antiurto è stato di 20mila metri quadri di rotoli e 15mila di mattonelle. Quest’anno dall’avvio del lockdown c’è stata una vera e propria esplosione delle home gym, con una crescita di circa il 60%, consideriamo di arrivare entro fine anno a 45-50 mila metri quadri di pavimento antiurto venduto».
A parlare, in un’intervista al Sole 24 Ore, è Guglielmo Gallusi, responsabile commerciale di Gomma Fit, azienda della provincia di Reggio Emilia, specializzata nella creazione di prodotti nati dagli pneumatici riciclati.
Le vecchie ruote, triturate, trattate e lavorate, possono trasformarsi in diversi attrezzi sportivi, dai tappeti ai dischi per i pesi.
L’impennata del business emiliano non è dovuta solo alle Home Gym, dal momento che anche le grandi palestre hanno scelto di rifornirsi da Gomma Fit per le proprie esigenze. Anche dall’estero fioccano le richieste.
Nata nel 2013, l’azienda ha visto un primo boom con la partecipazione alla fiera del fitness di Rimini e grazie alla crescita del settore della gomma per le palestre: un settore che, secondo alcune stime, vale già oggi più di 60 milioni di euro l’anno. E che secondo il consorzio Ecopneus, società consortile per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale degli Pneumatici Fuori Uso, potrebbe portare a circa 400 milioni di euro di valore aggiunto in Italia, in uno scenario di 100 per cento di riciclo.
Il boom delle Home Gym ha fatto il resto, portando Gomma Fit alla crescita a doppia cifra registrata nel 2020.
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