Innovazione: crescono le startup in Italia nel 2020 (nonostante tutto)

Innovazione: crescono le startup in Italia nel 2020 (nonostante tutto)

Nonostante la grave crisi economica, la pandemia è stata l’occasione per accelerare la digitalizzazione del Paese: ecco i numeri delle startup innovative in questo 2020.

La pandemia, pur con tutti i suoi drammi e lutti, ha contribuito quantomeno ad accelerare fortemente la digitalizzazione dei consumatori e delle ist

La pandemia, pur con tutti i suoi drammi e lutti, ha contribuito quantomeno ad accelerare fortemente la digitalizzazione dei consumatori e delle istituzioni italiane. L’esempio lampante è Satispay, l’app italiana per i pagamenti via mobile fondata nel 2013, che ha chiuso un round di finanziamento da 93 milioni proprio durante il 2020 (ve l’abbiamo raccontato qui).

Sta tutto qui l’anno delle startup italiane: tante difficoltà, certo, ma anche nuove opportunità per chi fa dell’innovazione la propria principale “arma” strategica.

Tra crisi e digitalizzazione

La fotografia è scattata da StartupItalia! nel suo nuovo paper “Startup & Technology Trends”, ricognizione dell’ecosistema dell’innovazione in Italia. Se nel 2019, il numero di imprese innovative erano 10.630, quest’anno il numero è salito a 12.068, rappresentando oggi il 3,3 per cento delle società di capitali di recente costituzione: quasi 1.500 in più.

Non mancano altri dati positivi. Il 58 per cento delle startup italiane ha assunto, il 32 per cento ha registrato un aumento della domanda, mentre il 27 per cento ha incrementato i propri ricavi.

Come sappiamo, il 2020 è stato un anno estremamente difficile per l’economia (a seconda delle stime, il PIL italiano dovrebbe registrare una frenata tra il 9 e il 10 per cento), ma allo stesso tempo sono aumentate le possibilità di digitalizzazione: pensiamo solo al +26 per cento per l’ecommerce e al boom dello smart working, che ha riguardato il 97 per cento delle grandi aziende, il 94 per cento degli uffici pubblici e il 58 per cento delle piccole e medie imprese. Dai 570mila lavoratori agili del 2019, la cifra è salita di più di dieci volte, superando i 6 milioni e mezzo nel 2020. Il report sottolinea poi il ricorso alla Didattica a Distanza e quanto questo abbia significato per l’adozione di nuove tecnologie, messe a disposizione anche dalle startup, italiane o straniere.

«Chi stava già guardando in avanti, verso un mondo digital first, – leggiamo nel report – si è trovato nella condizione di poter strutturare un business ancora più di successo».

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Finanziamenti per 700 milioni + 80 milioni dal crowdfunding

Se aumenta il numero di startup, non incrementa però il valore dei finanziamenti chiusi negli ultimi 12 mesi, che però sostanzialmente tiene: salvo round dell’ultima ora, sono stati 691 i milioni investiti nelle startup italiane, mentre nel 2019 il dato arrivava a 723 milioni. Crescono però i round: nel 2020 sono stati 97, secondo il report, mentre erano 74 l’anno precedente.

Tra i finanziamenti più importanti, quello già segnalato di Satispay, che ha raccolto consistenti fondi anche dall’estero (dal colosso cinese Tencent alla fintech Square di Jack Dorsey). Tra gli altri round, il report cita inoltre i 25 milioni di Poste italiane per Milkman, per il lancio di MLK Deliveries; i 18,5 milioni per Penta, marketplace digitale per il business banking, da RTP Global, ABN AMRO Venture e VR Ventures; gli 11 milioni per Supermercato24 e i 10 per iGenius, startup che sfrutta l’intelligenza artificiale per sviluppare soluzioni software dedicate alla business intelligence.

Cresce invece la raccolta tramite equity crowdfunding: 80 milioni di euro per startup e PMI nel 2020, circa 15 in più rispetto all’anno precedente, suddivise in 126 campagne di successo. In particolare, il report cita il successo della campagna di Fin-Novia, che ha raccolto 7 milioni e mezzo su BacktoWork, un record per il nostro Paese, per lanciare la fabbrica di imprese e-Novia.

Scendendo più nel dettaglio, l’equity crowdfunding ha visto:

  • 21 milioni di euro, suddivisi in 72 campagne, andare a finanziare startup innovative;
  • 5 milioni di euro, su 10 campagne di successo, finite a PMI innovative;
  • 13 milioni sono invece finiti in veicoli che investono in startup e PMI, come la campagna da record di Fin-Novia, suddivisi in 10 campagne;
  • La restante parte è stata raccolta da PMI e campagne dedicate all’immobiliare.

(Questi dati riguardano i primi 68 milioni raccolti fino al 31 ottobre 2020, analizzati dall’ultimo report dell’Osservatorio del Politecnico).

Il 2020 è stato un anno importante anche per le exit, otto in totale. Il report di StartupItalia le elenca:

  • Standard Cognition che ha acquisito Checkout Technologies di Enrico Pandian, dedicata ai pagamenti smart;
  • Tannico, l’enoteca online, che ha ceduto il 49% della società a Campari per 23,4 milioni di euro;
  • Tate, fornitura di luce e gas, che ha ceduto il 20 per cento delle proprie quote a Eni;
  • Beintoo, soluzione di marketing data-driven, acquisita da Publitalia ‘80;
  • Lybra Tech, piattaforma SaaS che suggerisce agli hotel il prezzo ottimale a cui vendere le proprie stanze, che ha ceduto il 51 per cento delle quote a Zucchetti;
  • Wash Out, lavaggio waterless che si può prenotare a domicilio via app, acquisita al 70 per cento da Telepass;
  • Lanieri, che crea abiti su misura per uomo “a distanza”, acquisita da Reda;
  • SOSTariffe, per il confronto delle bollette, acquisita da MutuiOnline per 30 milioni.

La startup è donna?

L’Italia non è un Paese per innovatrici? Stando ai numeri di StartupItalia! no: la quota sul totale di aziende innovative a prevalenze femminile era del 13 per cento nel 2018 e resta al 13 per cento anche oggi, malgrado un piccolo aumento in termini assoluti, dalle 1.273 startup di due anni fa alle 1.598 del terzo trimestre 2020.  Va leggermente meglio nelle neo-società di capitali, dove le aziende con una dirigenza di sole donne sono il 21,6 per cento del totale. C’è poi almeno una donna nel 42,6 per cento delle startup innovative, 5.146 in totale: su quasi sei startup su dieci, quindi, non c’è nemmeno una donna.

Sulla presenza femminile nelle aziende innovative, il Sud fa meglio del Centro-Nord: nel Mezzogiorno, il 15,5 per cento delle startup innovative è al femminile, con punte in Basilicata (26 per cento) e Molise (23,8 per cento), mentre la quota si ferma all’11,9 per cento al centro-nord.

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Innovazione: crescono le startup in Italia nel 2020 (nonostante tutto)

di Carmen Guarino Tempo di lettura: 4 min
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