«Lo Spazio oggi non è più una destinazione remota. Ha un legame intenso con la Terra, la vita di tutti i giorni. Le attività spaziali e gli strument
«Lo Spazio oggi non è più una destinazione remota. Ha un legame intenso con la Terra, la vita di tutti i giorni. Le attività spaziali e gli strumenti che mettiamo in orbita forniscono dei servizi che sono un supporto importante per la vita dei cittadini».
Le parole di Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, danno uno spaccato dell’importanza che, oggi, lo spazio occupa nella vita umana. Come fonte di scoperte, ma anche come fonte di crescita, innovazione e investimento. E il valore dello spazio, o meglio della space economy, sembra essere sempre più importante, tanto che lo scorso 21 giugno la società londinese d’investimenti HanEtf ha quotato a Londra e su Borsa Italiana, un etf, per investire proprio sullo spazio.
Yoda, il fondo d’investimento spaziale che sbarca in borsa
Si chiama Procure Space Ucit Etf (ticket: YODA) ed è il primo etf tematico, un fondo di investimento a gestione passiva, che replica l’andamento di un paniere di titoli e che investe sullo spazio. Nato dalla collaborazione da HANetf e Procure Innovation, coinvolge imprenditori di grande successo, da Musk a Bezos.
Robert Tull, Presidente di Procure Innovation e ideatore di Procure Space UCITS ETF ha così commentato il lancio del titolo:
«L’infrastruttura spaziale permette l’uso di numerose tecnologie come il cloud, il 5G, l’IoT (internet delle cose), la blockchain e altre ancora. Siamo orgogliosi di partecipare nel dare accesso all’interesse e agli investimenti verso la space economy. Il coinvolgimento di imprenditori di grande successo come Elon Musk, Sir Richard Branson e Jeff Bezos testimonia perfettamente il potenziale di crescita di tale segmento».
L’Etf è sviluppato sulla base di un indice creato su misura, lo Space Index, che cerca di catturare gli sviluppi di tutto il mercato.
L’indice raggruppa circa 30 aziende della space economy, appartenenti a settori differenti. Le attività legate allo spazio devono consentire a queste imprese di generare almeno il 20% del fatturato totale. In alternativa, il fatturato dei prodotti o servizi spaziali deve essere maggiore di 500 milioni di dollari annui.
Le attività sono le più disparate: telecomunicazioni via satellite, manutenzione razzi e satelliti, tecnologia e hardware spaziale e così via. I titoli che hanno maggiore peso oggi sono Trimble Inc., Gamin Ltd, DISH Network Corp, Eutelsat Communications e SKY Percet JSAT Holdings Inc. A questi, presto potranno aggiungersi anche le aziende del turismo e accoglienza nello spazio.
Gran parte del peso dell’indice (80%) riguarda aziende che generano se non tutto, almeno il 50% del loro fatturato dalle attività spaziali. Il restante 20%, invece, comprende aziende i cui guadagni derivanti dallo spazio coprono meno della metà del fatturato totale.
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Space Economy
Negli ultimi anni, lo spazio è andato affermandosi come una risorsa fondamentale per i vari e nuovi servizi offerti. Basti pensare, ad esempio, ai servizi satellitari e di geo-localizzazione, i servizi di telecomunicazione, di previsione meteo e monitoraggio ambientale. Questo ha di conseguenza portato a una monetizzazione dei vari prodotti offerti dalla ricerca spaziale.
La commercializzazione dello spazio ha iniziato ad assumere, quindi, un ruolo sempre più importante, alla luce anche degli effetti prodotti nella vita di tutti i giorni. E ormai, il concetto di Space Economy non si ferma più solamente all’esplorazione dello spazio.
Come evidenzia Hector McNeil, co-fondatore e co-CEO di HANetf, “i sistemi satellitari e le tecnologie sono un settore ad alta crescita come dimostrano le performance borsistiche di Uber, Deliveroo e altre aziende. Il GPS è una parte centrale del loro successo proprio come i satelliti sono vitali per dare un’ampiezza di banda e copertura superiori nelle telecomunicazioni. Naturalmente il turismo e l’accoglienza nello spazio si stanno avvicinando a essere una realtà, grazie anche ai costi dei viaggi spaziali in diminuzione”.
La Space Economy è quindi quella catena di valore che, partendo dalla ricerca e dallo sviluppo delle infrastrutture spaziali, genera prodotti e servizi spendibili nell’economia mondiale.
Oggi, l’economia spaziale è considerata come un motore di crescita economica efficace, innovativo e altamente competitivo. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito sempre più a una forte commistione tra gli ambiti tecnologici terrestri e spaziali. Complice la velocità di evoluzione delle tecnologie, si è arrivati a una sorta di sviluppo sinergico interdipendente, in cui elementi fortemente innovativi hanno portato alla nascita e a un progressivo miglioramento di prodotti e servizi Space-Related.
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Quanto vale lo spazio
Si stima che, tra il 2019 e il 2029, la Space Economy potrebbe arrivare a valere oltre 1 trilione di dollari. La conferma viene dallo studio Global Space Economy, pubblicato da Nsr (Northern Sky Research).
Il mercato, sostiene Nsr, sta cambiando. L’industria spaziale considera sempre più positivamente il coinvolgimento di attori privati all’interno del settore.
Le agenzie governative si stanno aprendo a un maggiore coinvolgimento degli investitori privati, per sviluppare il potenziale commerciale dei mercati spaziali.
In questa realtà in evoluzione, l’Italia è tra i Paesi leader della Space Economy. Basti pensare che tra i membri fondatori dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) è il terzo Paese contributore. In particolare, un tema molto caro al Recovery Plan governativo è la connettività satellitare, per la quale sono previste risorse dedicate. Non si tratta solo di abbattere il digital divide, ma anche e soprattutto di sviluppare, e quindi arrivare a erogare, servizi avanzati di monitoraggio ambientale e territoriale, in un’ottica di transizione ecologica e, ovviamente, digitale.
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