Spesso sentiamo parlare delle abitudini dei grandi, delle persone di successo: routine di lavoro, dieta, ore di sonno, attività fisica. Questo perché
Spesso sentiamo parlare delle abitudini dei grandi, delle persone di successo: routine di lavoro, dieta, ore di sonno, attività fisica. Questo perché presumiamo che chi è riuscito a raggiungere grandi obiettivi abbia delle abitudini particolari, che li rendano unici.
Le 8 che vedremo oggi sono decisamente bizzarre – alcune di più, altre meno – ma non tutte sono da imitare. Anzi, alcune sono decisamente rischiose, mentre altre possono effettivamente aiutare.
Da Voltaire a Nakamatsu, passando per Steve Jobs e Donald Trump, eccole raccolte in un’infografica (che trovate al termine dell’articolo).
Voltaire “drogato” di caffè
Secondo alcuni storici, lo scrittore e filosofo Voltaire – alias François-Marie Arouet – beveva tra le 40 e le 50 tazze di caffè al giorno. Anche se si trattava di una miscela di caffè e cioccolato, si tratta in ogni caso di una quantità enorme di caffeina.
Pare che il suo medico personale lo avesse avvertito dei rischi legati all’abitudine, senza successo. Malgrado ciò, Voltaire è vissuto per 83 anni.
L’eccessivo consumo di caffè era, a quanto pare, un’abitudine di altri pensatori e artisti. Il filosofo Søren Kierkegaard ne faceva largo uso, con un particolare rituale prima di ogni consumo. Teddy Roosevelt, il 26esimo presidente americano, ne beveva circa 3,8 litri al giorno.
Gli effetti del caffè sull’organismo sono tuttora oggetto di analisi. È vero che la bevanda aumenta la pressione arteriosa, restringendo le arterie e accelerando il battito cardiaco. Aumenta inoltre il rischio osteoporosi e affatica i reni. Aiuterebbe però contro l’Alzheimer e il diabete.
Benjamin Franklin e i ‘bagni’ d’aria fredda
Politico, scienziato, inventore: Ben Franklin è una delle figure più note e affascinanti della storia americana. La sua strana abitudine era di fare dei ‘bagni’ di aria fredda: restava 1-2 ore nudo, in casa, aprendo tutte le finestre. A quanto pare era convinto che questo rituale lo aiutasse a pulire il suo corpo e a proteggerlo contro le malattie.
Forse un semplice bagno d’aria non lo aiutava in questo, però il freddo è stato correlato con numerosi benefici per l’organismo umano. Secondo alcuni (tra cui Tim Ferriss), una doccia gelata al mattino migliora la circolazione sanguigna, aiuta il rilascio di endorfine (riducendo anche la depressione) e incrementa la produttività.
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Strane abitudini a tavola
A quanto pare Henry Ford – imprenditore, fondatore dell’omonima casa automobilistica, noto nel mondo per aver introdotto il concetto di catena di montaggio nei suoi impianti industriali – era ghiotto di un piatto molto curioso: pane di soia e verdure stufate, cresciute esclusivamente sul ciglio della strada.
Un altro imprenditore di successo – un certo Steve Jobs – mangiava spesso solo uno o due alimenti. A volte trascorrevano settimane intere in cui il fondatore di Apple sgranocchiava solo carote, aggiungendo al massimo qualche mela.
Senza incorrere in certi estremi, mangiare più ortaggi, verdure e frutta possono aiutare a restare in salute e a lavorare meglio. Le verdure a foglia verde, per esempio, sono ottime per aiutare la mente a lavorare meglio, limitando il declino della mente nel corso degli anni.
Edison e i nuovi assunti
Autore di 1093 invenzioni, ideatore della lampadina e del fonografo, Thomas Alva Edison aveva uno strano metodo per capire se assumere un nuovo impiegato o meno: il test del sale.
Se il candidato aggiungeva del sale a una zuppa prima ancora di assaggiarla, allora non era la persona adatta. Sosteneva infatti che avrebbe assunto solo chi avesse testato le proprie ipotesi prima di agire.
Anche se il metodo può sembrare curioso, l’idea di fondo è valida: identificare chiaramente un problema prima di provare a risolverlo è sicuramente una competenza da coltivare.
Un dondolo per pensare
Il papà di Microsoft, Bill Gates, ha invece l’abitudine di ‘rifugiarsi’ su una sedia a dondolo più volte durante il giorno. Un’azione che compie soprattutto in momenti di lavoro intenso o quando ha bisogno di concentrazione e di staccarsi dal mondo esterno.
L’abitudine, stando ai racconti dei suoi vecchi compagni, risale già ai tempi del college: le lunghe ore passate in dormitorio a programmare sfiancavano il giovane Bill che con il movimento ondulatorio ritrovava pace e serenità.
Lacrime guaritrici
Abbiamo già citato Steve Jobs per le sue abitudini culinarie. Che dire allora della gestione delle proprie emozioni? Secondo Walter Isaacson, biografo autorizzato dell’imprenditore, Jobs piangeva in molte occasioni, lasciando scorrere le lacrime senza pudori. Pianti che potevano nascere da momenti di grande gioia, ma anche da periodi di frustrazione.
Questa può essere una buona idea per tutti. Alzi la mano chi, dopo un bel pianto con singhiozzi e tutto il resto, non si è sentito meglio. Può sembrare contro-intuitivo, ma in realtà è un processo che la psicologia ha analizzato a fondo. Concludendo che le lacrime emozionali (distinte quindi da quelle provocate dalla lubrificazione dell’occhio o dal contatto con corpi estranei) sono molto utili a dissipare gli ormoni dello stress.
Donald Trump e la misofobia
Piaccia o no, Donald J Trump è indiscutibilmente un uomo di grande successo. Oggi 45esimo Presidente degli Stati Uniti, fino all’anno scorso imprenditore multimilionario. La sua non è tanto un’abitudine, quanto una vera e propria fobia.
In un’intervista al New York Magazine, lo stesso Trump ha raccontato di considerare la stretta di mano un rituale “barbarico”, autodefinendosi come un “maniaco delle mani pulite”. A quanto pare, il Presidente va sempre in giro con una bottiglia di disinfettante in tasca, rifiutandosi di stringere le mani agli sconosciuti (abitudine che da presidente USA risulta estremamente complicata) ed evitando di toccare i pulsanti per selezionare i piani in ascensore.
La sua si chiama tecnicamente misofobia, dal grecomysos(sporco) e phobos(paura).
Affogare per creare
Non poteva mancare in questa infografica Yoshiro Nakamatsu, inventore giapponese, detentore di più di 4mila brevetti. A lui dobbiamo, tra le altre cose, l’ideazione del floppy disk (anche se sull’argomento c’è stata una disputa legale con l’Ibm). Perché non poteva mancare? Sappiate solo che si fa chiamare NakaMats perché un “nome di 8 lettere è più facile da memorizzare”, oppure che si è fatto costruire una toilette completamente d’oro per aumentare la propria produttività (come tanti, l’inventore riflette molto in bagno). Un’altra stranezza? Per 35 anni, Nakamatsu ha fotografato tutto quello che mangiava. Tutto. Registrando poi lo stato d’animo correlato per capire, spiega, “l’effetto del cibo sulla mente”.
La stramberia che lo ha reso più noto, però, è il fatto di “affogarsi” volontariamente per avere migliori idee. Dice infatti di immergersi in acqua con tutta la testa, riemergendo solo “mezzo secondo prima di morire”. Secondo lui, infatti, il suo “cervello beneficia della mancanza di ossigeno”.
Per la verità, con la carenza di ossigeno non c’è da scherzare. Si chiama ipossia, può provocare lesioni cerebrali, portando a disturbi della memoria, dell’attenzione e della capacità di calcolo. Potrebbe non essere una grande idea, tutto sommato, quella di affogarsi per avere una buona idea.
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