Nomadi digitali: la guida per lavorare in remoto da qualsiasi parte del mondo

Nomadi digitali: la guida per lavorare in remoto da qualsiasi parte del mondo

FastCompany spiega quali sono le app, i siti e i tool che ti faranno diventare un nomade digitale di successo.

È un manager giapponese di Hitachi, Tsugio Makimoto, il primo a introdurre il termine nomade digitale, ben 20 anni fa. Makimoto predice una rivoluzion

È un manager giapponese di Hitachi, Tsugio Makimoto, il primo a introdurre il termine nomade digitale, ben 20 anni fa. Makimoto predice una rivoluzione. In futuro, scriveva, la velocità della tecnologia e i costi bassi di trasporto, avrebbero spezzato il legame tra lavoro e luogo. La vision di Makimoto appare in un libro del 1997 Digital Nomad, scritto in collaborazione con David Manners.

Dieci anni dopo, l’idea del nomadismo digitale riappare nel libro di Tim Ferriss, 4 ore alla settimana: Ricchi e felici lavorando 10 volte meno, che diventa un best seller. Nel libro l’autore spiega come generare una rendita automatica, viaggiando in ogni parte del mondo.

Tuttavia, né Makimoto, né Ferriss, potevano prevede la nascita e l’impatto che avrebbero avuto i social network, le app, la sharing economy e i servizi on demand.

App e servizi come Airbnb, WhatsApp, Yelp, Lift, e le varianti di Google come Maps, Fi e Translate, hanno cambiato e semplificato la vita del nomade digitale.

Gli autori non avrebbero potuto prevedere la nascita dell’industria del nomadismo digitale che è nata attorno al fenomeno.

Un’industria che si poggia a un’incredibile crescita della domanda: il mercato dei digital nomad (o lavoratori da remoto) si sta espandendo a macchia d’olio. Il 43% degli americani ha lavorato, almeno per un periodo della propria vita, da remoto. E più in generale la lunghezza del tempo del lavoro da remoto e il numero delle persone che lo hanno scelto cresce di anno in anno (+39% dal 2012).

Dove lavorano i nomadi digitali


Il lavoro da remoto ha fatto nascere la necessità di tutta una serie di luoghi dove organizzare il coworking. Ce ne sono in tutto il mondo. Il primo risale al 1650, a Londra, dove c’è l’Oxford coffee house.

Da lì poi i coffee house si espandono nel resto della città. Offrono molto di più di un caffè. In poco tempo diventano incubatori per ogni genere di business e soprattutto per i giornali. Solo per citare un esempio, il gruppo assicurativo Lloyd’s di Londra è chiamato così perché si rifà all’Edward Lloyd’s coffee house, che viene aperto nel 1688 quando l’azienda di assicurazioni non è che una “startup innovativa”.

Oggi ci sono diverse app per trovare lo spazio di lavoro che più si adatta alle tue esigenze. Ecco le più importanti citate da FastCompany.

Work Hard Anywhere: offre un database che contiene circa 13mila spazi di lavoro in più di 100 Paesi. I coworking sono classificati in base alla qualità del wifi, del cibo, del parcheggio, del prezzo e di altri benefit.

CoWorking.Coffee: è un’altra directory che aiuta a trovare lo spazio di coworking più adatto alle tue esigenze. Classifica gli spazi sulla base del wifi e della bontà dell’offerta culinaria.

Altre directory simili sono Global Coworking MapDesksurfingWorkfrom, e Sharedesk.

Mentre una novità molto originale è Hoffice, che intreccia il business dei coworking con quello dei siti di affitti brevi, come Airbnb. La piattaforma fa incontrare i nomadi digitali con i proprietari di appartamenti che affittano spazi di lavoro a casa loro.

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Come trovano lavoro i nomadi digitali

Per molto tempo, una delle più grosse barriere alla vita del nomade digitale è stata la difficoltà di trovare un’occupazione.

Secondo una ricerca di Gallup le possibilità di lavoro remoto stanno crescendo in molte industrie. La maggioranza dei nomadi digitali sono freelance o piccoli imprenditori, con una predilezione verso settori come lo sviluppo software e la creazione di contenuti.

GithubWorking NomadsRemote OKDigitalNomad JobFinder e We Work Remotely tutti hanno al loro interno liste di lavori in remoto che possono essere svolti in ogni parte del mondo.

Jobbatical è una piattaforma che mette in relazione sviluppatori o freelance in altri campi, con aziende che hanno bisogno di personale solo per brevi periodi (al massimo per due anni). Le aziende ottengono benefici perché possono assumere facilmente ingegneri, mentre per i nomadi digitali c’è la possibilità di trasferirsi in un nuovo Paese, potendo contare su una certa stabilità finanziaria per un buon lasso di tempo.

Modern Day Nomads è un altro progetto che si occupa di offrire lavoro stagionale, non esclusivamente nel tech.

Come si formano i nomadi digitali

Negli ultimi anni sono nate una serie di conferenze, programmi di training e altri eventi indirizzati ai nomadi digitali in tutto il mondo. Ecco quelli più importanti.

Nomad Summit: è un evento annuale che si tiene a Chiang Mai in Thailandia. Il summit è alla terza edizione.

DNX Camp: è la più grande conferenza per nomadi digitali, secondo la fondatrice, Felicia Hargarten. L’evento nasce per aiutare i nomadi digitali a lanciare, costruire e far crescere un business. L’ultima edizione si è tenuta il primo marzo a Buenos Aires. Molte delle sessioni si focalizzano su come lanciare e far crescere una startup.

Coworkstation: offre sette giorni di formazione per nomadi digitali, dove imparare, fare brainstorming e networking.

Nomad Cruise: è un evento che mette i nomadi digitali insieme sulla stessa nave. Il primo viaggio ha visto i partecipanti viaggiare dalla Spagna al Brasile. All’ultima edizione hanno partecipato 400 nomadi digitali appartenenti a circa 40 Paesi che hanno beneficiato di corsi su WordPress, AdWords, blogging, email marketing e intelligenza artificiale.

The Freedom Summit: è un summit virtuale che offre corsi focalizzati sullo stile di vita del nomade digitale e su come fare business nel settore.

Poi ci sono le aziende che organizzano corsi di formazione ed eventi per nomadi digitali. Tra queste: 7in7,  Nomad City e Destination: Dev, specializzata nel training e networking degli sviluppatori di software.

Dove vivono i nomadi digitali


Le caratteristiche di un alloggio richiesto dai nomadi digitali sono diverse da quelle di qualsiasi altro viaggiatore medio. Per iniziare, hanno bisogno di connettersi con altri freelance e imprenditori, di un wifi veloce. E di un posto che gli offra l’opportunità di soggiornare per un tempo più lungo di quello previsto per un hotel, e più breve di quello di un appartamento.

Un’azienda chiamata Roam offre “flexibile housing”, alloggi flessibili, per nomadi digitali in città come Bali, Londra, Tokyo, Miami e San Francisco. Oltre a questo, garantisce una serie di benefit come la possibilità di accedere a una community di imprenditori-viaggiatori attraverso il sito.

Outsite garantisce una soluzione simile. Paghi una sottoscrizione mensile e puoi muoverti nei vari appartamenti intorno al mondo, presenti sulla piattaforma.

Nestpick è per quei nomadi digitali che cercano soluzioni per periodi più lunghi, fino a sei mesi. La piattaforma collabora con siti immobiliari e offre appartamenti già attrezzati.

Altri servizi sono: Hotel WiFi Test che offre la possibilità di scegliere un albergo sulla base di uno dei criteri che più conta: la qualità della connessione WiFi.

TeleportNomadlistExpatistan, Numbeo, sono invece siti che danno info utili sulla differenza nel costo della vita dei vari Paesi.

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Come incontrare nomadi come te

Ci sono poi app che permettono ai nomadi digitali di interagire con una community, socializzare, fare brainstorming, collaborare e imparare.

NomadProjects: è pensato per offrire ai nomadi digitali la possibilità di incontrarsi e lavorare insieme.

NomadPass: consiglia ai nomadi digitali persone con interessi simili con cui condividere lavoro e viaggi.

Nomad Soulmates: è invece un’app di dating, pensata per aiutare i nomadi digitali a trovare l’anima gemella. Il 46% di loro non sono sposati e non hanno una relazione stabile, secondo The Digital Nomad Survey.

Come viaggiano i nomadi digitali

Altri siti e app sono poi ideati per aiutare i nomadi digitali a trovare voli flessibili e low cost.

Google FlightsFareness, Air Wander (offre due o più destinazioni al prezzo di una).

Hitlist manda alert quando il prezzo di un volto si abbassa, indicando il momento giusto per acquistarlo.

I nomadi digitali sanno che molti Paesi richiedono una prova sul viaggio di ritorno (il biglietto), prima di lasciarli entrare nel proprio Paese. Questo può essere un problema perché spesso non sanno quando lasceranno il Paese: per questo preferiscono acquistare dei biglietti di “sola andata”.

Come gestiscono le finanze i nomadi digitali

Il mondo finanziario può essere pieno di sfide per i nomadi digitali. Ma anche qui stanno nascendo diverse soluzioni per aiutarli.

Revolut è per esempio un servizio che consente di trasferire soldi all’estero, in modo economico e sicuro.

World Nomads ha creato la prima assicurazione pensata per i nomadi digitali.

I servizi all inclusive per nomadi digitali


Per i nomadi digitali c’è poi un’altra opzione da vagliare. Ha come protagoniste tutte quelle aziende che offrono dei pacchetti “all inclusive” unendo viaggi, coworking, training, escursioni e tanto altro, in cambio di una rata mensile.

Aziende che offrono servizi simili sono RefugaUnsettledProject GetawaySunny Office.

Altra tipologia di servizio è quella che consente ai nomadi digitali di viaggiare da un posto a un altro in gruppi, come Remote YearEmbarkNomad Train, Hacker Paradise e WiFi Tribe.

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Nomadi digitali: la guida per lavorare in remoto da qualsiasi parte del mondo

di Giancarlo Donadio Tempo di lettura: 6 min
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