Negli ultimi mesi, milioni di italiani hanno affrontato per la prima volta la sfida dello smart working. Lavorare da casa offre numerose opportunità
Negli ultimi mesi, milioni di italiani hanno affrontato per la prima volta la sfida dello smart working. Lavorare da casa offre numerose opportunità – pensiamo solo al tempo e ai soldi risparmiati con il taglio del tragitto verso l’ufficio – ma può rappresentare anche un problema, in alcuni casi. Abbiamo per esempio parlato della difficoltà di ‘staccare’ quando lavoriamo da casa e del possibile calo di produttività dovuto all’assenza di uno stimolo da parte di colleghi e capi in presenza.
Tre ricercatrici – Lauren C. Howe (Università di Zurigo), Ashley Whillans (Harvard Business School) e Jochen I. Menges (Università di Zurigo e University of Cambridge) – hanno di recente presentato i risultati di alcuni interessanti studi sul tempo libero in smart working: spesso, malgrado ne abbiamo di più, grazie al lavoro da remoto, tendiamo a sprecarlo. È il dato emerso da un’indagine su 12mila persone in Europa e negli Stati Uniti.
Scopriamo perché succede e come rimediare.
Due problemi dello smart working
L’aspettativa per i dipendenti, con il telelavoro, è che abbiano più tempo per se stessi, da dedicare ad attività sociali e ricreative (famiglia, hobby, vita sociale, etc.). In realtà, due problemi correlati allo smart working si scontrano spesso con queste aspettative.
La prima, già accennata, è che in realtà tendiamo a non staccare mai quando lavoriamo da casa. Secondo gli studi condotti dalle ricercatrici, mettersi in auto, camminare o salire su un mezzo pubblico per tornare a casa ci offre la possibilità di staccare: cambiare ambiente è un modo per liberare la mente dagli impegni professionali. Lavorando da casa, invece, quando si chiude l’orario ‘normale’ di ufficio – per molti alle 18 – è molto più facile continuare a impegnarsi in qualche attività correlata e per esempio scrivere “un’ultima mail”, per poi ritrovarsi alle 8 di sera ancora al PC, al lavoro.
Un sovraccarico di impegno che le ricercatrici hanno registrato anche per quanto riguarda le riunioni a distanza, che si sono moltiplicate negli ultimi mesi. Spesso, tra l’altro, i meeting servivano più a fissare degli obiettivi generici che a collaborare fattivamente e creativamente su un compito, risultando quindi ridondanti e improduttivi.
Il secondo problema sottolineato da Howe, Whillans e Menges è l’effettiva qualità del tempo libero. Non solo finiamo, lavorando da remoto, per avere meno tempo libero di quanto ci aspettiamo, ma lo trascorriamo principalmente in attività ‘passive’, come per esempio guardare la TV, invece che dedicarlo a iniziative ‘attive’, come la socializzazione. Secondo le ricercatrici, sebbene anche lo stare senza far nulla contribuisca a rilassarci, le opzioni attive sono quelle che promuovono maggiormente il benessere psicologico delle persone.
Come rimediare in cinque mosse
I problemi segnalati non sono insormontabili. Le stesse ricercatrici offrono cinque possibili strategie per ridurne l’impatto.
Crea un percorso “verso l’ufficio”
Secondo alcune ricerche, il percorso ideale tra casa e lavoro dovrebbe durare 16 minuti. Le ricercatrici propongono di creare quindi una sorta di ‘rituale’ per entrare e uscire dalla modalità lavoro agli orari stabiliti, che abbia più o meno la stessa durata. Un esempio potrebbe essere fare una camminata all’aperto, di circa un quarto d’ora, prima e dopo il lavoro. La mattina potrebbe essere inoltre utile pianificare la giornata durante quei 15 minuti.
Cos’è e come ti aiuta il Feierabend
In tedesco, con il termine Feierabend si intende proprio il momento in cui si stacca da lavoro, che in Germania è particolarmente sentito: è infatti in qualche modo ‘celebrato’, anche semplicemente con una buona birra in compagnia. Anche se non ami bere alcolici alle sei del pomeriggio (o in generale), puoi concederti uno snack, una bevanda che ti piace, una chiamata a un amico, in modo da segnalare chiaramente a te stesso che la giornata lavorativa è finita.
Distingui ogni giorno cosa conta di più
Diciamoci la verità: le nostre to-do list sono spesso irrealistiche. È difficile spuntare tutte le voci e dedicare il giusto tempo a tutte le attività che abbiamo progettato di chiudere. Per questa ragione, le ricercatrici propongono di concentrarci su una sola attività, la vera priorità di quella giornata: è un modo anche per sentirsi più soddisfatti e felici.
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Stacca dalle notifiche
Per evitare di farti sommergere dalle notifiche e dalle riunioni senza fine su Zoom, metti in agenda diverse ore alla settimana in cui stacchi dai ‘rumori’ esterni e ti concentri solo su dei compiti specifici, magari proprio sulle priorità che abbiamo definito nel punto precedente. Secondo le ricercatrici, questo ti aiuterà a sentirti più produttivo e meno stressato.
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Attività sociali
Come accennato, il problema non è solo il tempo che ‘perdiamo’ al lavoro, ma anche come utilizziamo quello che ci resta. È meglio trovare il tempo per dedicarci alle interazioni sociali e a hobby attivi piuttosto che poltrire tutto il tempo sul divano.
In questo senso, le ricercatrici hanno due consigli:
- Per la socializzazione, bastano anche pochi minuti. Chiamare o vedere un amico, anche solo per dieci minuti, aiuta molto.
- Combina più attività. Quando è possibile, prova a combinare l’attività fisica (anche semplicemente un po’ di jogging) con le interazioni sociali: fai sport con un amico, magari proprio durante quei 15 minuti che dedichi alla camminata per entrare o uscire dalla modalità lavoro. In questo modo, i benefici per l’umore saranno ancora maggiori.
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