Rituali, superstizioni, bizzarrie: in un volume le 70 strane abitudini dei geni

Rituali, superstizioni, bizzarrie: in un volume le 70 strane abitudini dei geni

Come faceva Beethoven a trovare idee geniali e creative? E Virginia Woolf? E Charles Dickens? In un libro, la “Ricetta per la Buona Fortuna”, vengono descritte le bizzarre abitudini di 70 geni. Scopriamone alcune

Rituali, abitudini, routine speciali: il genio spesso si accompagna alla sregolatezza nella storia umana. È così per i 70 creativi descritti nel volum

Rituali, abitudini, routine speciali: il genio spesso si accompagna alla sregolatezza nella storia umana. È così per i 70 creativi descritti nel volume Recipes for Good Luck. The Superstitions, Rituals, and Practices of Extraordinary People, pubblicato per Chronicle Books. L’autrice, Ellen Weinstein, racconta nel libro le abitudini bizzarre e le superstizioni di alcuni geni: scrittori, pittori, musicisti, scienziati e inventori.

FastCompany ne ha raccolti alcuni, tra i più interessanti. Scopriamoli insieme.

Virginia Woolf

La standing desk ti sembra un’innovazione brillante, che aiuta i contemporanei a ridurre la pessima abitudine della sedentarietà? Ti stupirà sapere che la scrittrice Virginia Woolf ne utilizzava una. Nata nel 1882 e passata a miglior vita nel ’42, di sicuro non aveva mai sentito nominare la QuickStand Eco. Eppure lavorava generalmente in piedi: in questo modo, spiegava, riusciva ad avere una prospettiva nuova sul proprio lavoro.

Benjamin Franklin

Politico, scienziato, inventore: Benjamin Franklin era solito fare un bagno d’aria tutte le mattine. Le fonti divergono sulla durata: Ellen Weinstein spiega che si trattava di sessioni di mezz’ora, massimo un’ora; altri sostengono si prolungassero per almeno due ore.

Ma in cosa consistevano questi bagni d’aria? Pare che Franklin aprisse una finestra al pian terreno della sua casa, restando completamente nudo, a leggere, scrivere, lavorare. Era convinto che in questo modo riuscisse a pulire il proprio corpo, proteggendosi inoltre contro le malattie.

Agatha Christie

Due miliardi di copie vendute: è questo il ruolino di marcia della scrittrice di gialli più nota al mondo, 66 volumi e 14 storie brevi l’hanno portata sul tetto del mondo. A più di 40 anni dalla morte resta la romanziera più letta della storia.

Il segreto di tanta prolificità? A quanto pare Agatha Christie si immergeva nella propria vasca da bagno, mangiando mele, mentre fantasticava su personaggi, avventure e trame.

Charles Dickens

Ancora uno scrittore, ancora un autore notissimo in tutto il mondo: Charles Dickens ha scritto 15 romanzi, tra cui alcuni capolavori della letteratura inglese.

Pare che una sua bizzarra abitudine fosse quella di portarsi dietro una bussola, ovunque andasse. Come mai? Per lui era assolutamente indispensabile rivolgersi al nord quando si stendeva per dormire.

Dickens credeva in questo modo di migliorare la propria creatività.

Dan Brown

Avete mai provato le cavigliere antigravitazionali? Sono degli aggeggi che permettono agli sportivi di “appendersi” a testa in giù, in genere utilizzati per fare gli addominali in questa posizione.

Anche Dan Brown li utilizza, appendendosi a testa in giù da una struttura speciale. Secondo lui questo esercizio è utile per superare il blocco dello scrittore.

Dr. Seuss

Anche Theodor Seuss Geisel, autore di romanzi e fumetti, statunitense, aveva un modo particolare di superare il blocco dello scrittore. Meno elaborato di quello di Dan Brown. Meglio noto come Dr. Seuss, il romanziere ha scritto più di 60 libri per bambini nella sua carriera, vendendo circa 600 milioni di copie, tradotti in 20 lingue diverse, al momento del decesso, avvenuto nel 1991.

La sua stramba abitudine? Semplicemente indossare un cappello prima di mettersi davanti alla pagina bianca. Un trucco che gli è valso l’idea per la storia de “Il gatto col cappello”, in originale The cat in the Hat.

Ieoh Ming Pei

Ieoh Ming Pei è un importante architetto di origine cinese, naturalizzato americano, pluripremiato per le sue idee innovative e una brillante carriera. Insignito dell’ambito Pritzker Prize, considerato come una sorta di Premio Nobel all’Architettura, Pei ha un’abitudine interessante per trovare nuove idee.

Piuttosto che mettersi davanti al tavolo da lavoro, infatti, preferisce disegnare nella propria mente, di notte, a luci spente. In questo modo lascia spaziare le idee, delineando virtualmente forme e proporzioni. Solo dopo, una volta soddisfatto da questo lavoro mentale, va in bagno, accende la luce e butta giù le idee su carta.

Ludwig van Beethoven

Il genio d Beethoven non ha bisogno di presentazioni. Abbiamo già parlato di lui con riferimento al lavoro di Peter F. Drucker sulle diverse modalità con cui gli esseri umani imparano. Il celebre compositore era tra coloro che apprendono e memorizzano, scrivendo.

Pare avesse centinaia di fogli e spartiti dove appuntava idee e passaggi musicali. Non li rileggeva mai, però: diceva che gli bastava scrivere per memorizzare per sempre quanto necessario.

Un’altra stramba abitudine di Beethoven? Secondo Weinstein, contava i chicchi di caffè per riattivare la propria creatività: dovevano essere esattamente 60 per ogni tazza.

Pablo Picasso

Dulcis in fundo, Pablo Picasso. Innovatore come pochi, Picasso aveva un’abitudine estremamente bizzarra, che fa impallidire al confronto con quelle che abbiamo visto finora.

Il pittore cubista conservava infatti le unghie tagliate delle mani, i capelli e i suoi vecchi abiti. Perché? Aveva paura di perdere la loro propria “essenza”.

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Rituali, superstizioni, bizzarrie: in un volume le 70 strane abitudini dei geni

di Carmen Guarino Tempo di lettura: 3 min
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