L’ultimo anno e mezzo ha visto la crescita esponenziale del servizio di food delivery. Complice la pandemia e i vari divieti imposti alle attività d
L’ultimo anno e mezzo ha visto la crescita esponenziale del servizio di food delivery. Complice la pandemia e i vari divieti imposti alle attività di ristorazione, i servizi di consegna a domicilio hanno visto un incredibile aumento della domanda. Una situazione che ha in qualche modo scoperchiato il vaso di Pandora dei diritti dei rider.
Negli ultimi mesi, infatti, si è assistito a un acceso dibattito sullo sfruttamento di una categoria di lavoratori ancora poco tutelata. In questo contesto, 7 ex rider hanno deciso di dare vita a una startup di food delivery diversa, almeno nelle intenzioni, basata sui diritti dei lavoratori: una paga equa per tutti e chiari principi etici e sostenibili.
Ecco nello specifico di cosa si tratta e in che cosa Robin Food si differenzia da altri servizi di delivery.
Come funziona Robin Food
Robin Food è un servizio di consegna a domicilio molto simile a quello di altre aziende già presenti sul mercato. Il servizio è ancora in fase di startup: sarà attivo da settembre, per il momento solo a Firenze e dintorni, ma è aperta una campagna di crowdfunding finalizzata a sostenere e far crescere il progetto.
L’app, ancora in via di sviluppo, si appoggerà a CoopCycle, federazione internazionale di cooperative per i servizi di consegna di biciclette. Gli utenti potranno ordinare il cibo attraverso l’app e riceverlo comodamente a casa in maniera etica e sostenibile, dal momento che, a detta dei creatori, il servizio andrà a valorizzare l’economia locale. Il servizio si concentrerà principalmente sul food delivery, ma c’è in progetto di gestire la logistica anche di altri beni, in collaborazione con le aziende presenti sul territorio.
Diritti al centro
I soci fondatori di Robin Food sono sette, tutti ex rider di multinazionali del delivery che hanno deciso di offrire un servizio diverso, a tutela di tutti i lavoratori. Per fare questo, hanno deciso di assumere una forma giuridica particolare, quella di cooperativa, per garantire la partecipazione democratica di tutti i lavoratori e un’equa ripartizione degli utili.
Il progetto è nato grazie al bando di Legacoop Toscana e Fondazione Cri Firenze. Nei giorni scorsi, i fondatori hanno siglato un accordo con Nidil Cgil Firenze, impegnandosi ad applicare correttamente a soci e lavoratori i dettami presenti nel contratto nazionale di lavoro (ccnl) di settore.
Ilaria Lani, segretaria generale Nidil Cgil Firenze, ha così descritto l’iniziativa degli ex rider:
«La nascita di Robin Food e la firma del Protocollo che sancisce piene tutele per i fattorini, propone ai consumatori una nuova alternativa sostenibile nel settore delle consegne a domicilio. È significativo che i protagonisti di questa esperienza siano proprio i rider, che in questi mesi si sono battuti contro lo sfruttamento imposto dalle multinazionali e che con concretezza e coraggio si sono autorganizzati in cooperativa».
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Un occhio al territorio e all’ambiente
Ma perché si parla di progetto etico e sostenibile?
Il lato etico riguarda principalmente la forma contrattuale dei lavoratori che faranno parte di Robin Food. Anziché essere pagati a “cottimo” come spesso avviene, verrà loro corrisposta una paga oraria. I rider saranno assunti come lavoratori subordinati dipendenti, con tutto ciò che comporta il CCNL di riferimento.
L’eticità riguarderà anche il modello applicato alla ristorazione locale, in termini di commissioni e soluzioni. L’obiettivo, a detta dei fondatori, è la creazione di una rete di collaborazioni con aziende locali, finalizzata alla creazione di un’economia circolare che nasce e ritorna allo stesso territorio.
I fondatori della Startup di delivery affermano che, durante la pandemia, le multinazionali dei servizi di consegna a domicilio avrebbero aumentato le commissioni sullo scontrino anche fino al 43%. Non essendoci alternative, i ristoratori hanno dovuto accettare le nuove condizioni. Ciò che promette di diverso Robin Food è di offrire il servizio con commissioni più basse, con un’alternativa più vantaggiosa rispetto a quelle proposte dalle multinazionali del settore.
Per quanto riguarda, invece, l’aspetto sostenibile, le consegne saranno effettuate utilizzando solamente mezzi di trasporto non inquinanti, come biciclette tradizionali o con e-bike a pedalata assistita. L’attenzione all’ambiente sarà posta anche nella scelta del packaging, per il quale verranno privilegiati materiali ecologici.
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La raccolta fondi
Robin Food è ancora in fase di start ed è alla ricerca di altri fondi per raggiungere i vari obiettivi di crescita. Per questo, la cooperativa ha lanciato un’iniziativa di crowdfunding su Eppela.
L’obiettivo è diviso in vari step: i primi 5mila euro raccolti saranno destinati all’acquisto del parco biciclette aziendali, nello specifico:
- Quattro E-bike aziendali
- Spese per ricompense
- Spese di imballaggio e spedizione
- Percentuale Eppela
Il secondo step di 10mila euro, consentirà di potenziale la parte tecnologica e logistica con:
- Realizzazione di tutti i punti previsti dallo STEP 1
- Acquisto di due ulteriori E-bike aziendali
- Sviluppo della parte gestionale del sito web per poter ordinare con Robin Food
L’ultimo step, invece, di 15mila euro, consentirà anche l’acquisto delle bici cargo, nello specifico:
- Realizzazione di tutti i punti degli STEP 1 & 2
- Acquisto di un’ulteriore E-bike aziendale per riuscire così ad avere una E-bike per ogni socio
- Acquisto di una bicicletta cargo da mettere a disposizione dei rider per una diversificazione dell’offerta
La donazione è libera. In cambio, la cooperativa mette a disposizione delle opere d’arte realizzate da artisti e artigiani toscani.
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