Secondo Steve Jobs, è questa singola azione a “decidere” il successo o il fallimento di una persona

Secondo Steve Jobs, è questa singola azione a “decidere” il successo o il fallimento di una persona

Nel 1994, Steve Jobs spiega qual è la differenza fondamentale tra chi riesce nella vita e chi si limita a sognare. La differenza la fa una semplice azione: chiedere.

Forse siamo troppo abituati a vedere Steve Jobs in video per sapere che questa intervista è una rarità. È infatti del 1994: da qualche anno Steve Jobs

Forse siamo troppo abituati a vedere Steve Jobs in video per sapere che questa intervista è una rarità. È infatti del 1994: da qualche anno Steve Jobs ha lasciato o è stato costretto a lasciare (le versioni ancora divergono) la sua creatura, la Apple che ha fondato insieme a Steve Wozniak, in un garage, nel 1976. L’intervista è stata quindi registrata in NeXT, l’azienda che Jobs fonda dopo il divorzio con la mela morsicata.

Ma al di là della rarità del girato, in questa clip, Steve Jobs offre un consiglio prezioso, e forse non così inflazionato, su chi vuole avere successo. O meglio: indica la sola cosa che, secondo lui, divide le persone che ottengono effettivamente qualcosa, che raggiungono un obiettivo, e quelli che si limitano a sognare.

Chiedi

Steve Jobs, parlando della sua esperienza nel mondo hi-tech, racconta di aver scoperto qualcosa di “molto vero”. E cioè, che in tanti non sono in grado di raggiungere ciò che davvero desideran “perché non chiedono mai”.

Nell’intervista, Jobs racconta della prima volta che ha fatto una richiesta. È il 1967, il futuro fondatore di Apple ha 12 anni e vuole costruire un frequenzimetro. Non sa però dove procurarsi le parti necessarie. Prende il phone book, l’equivalente anglosassone delle nostre pagine bianche, e cerca Hewle ttReddington William, che tutti conoscono come “Bill”. È il fondatore, con Dave Packard, della Hewlett-Packard, storica azienda hi-tech fondata nel 1939.

«Non ho mai trovato nessuno a cui chiedessi aiuto – racconta Jobs – che si sia rifiutato di darmi una mano. Quando avevo 12 anni ho chiamato Bill Hewlett e gli ho detto: “Ciao, mi chiamo Steve Jobs, ho 12 anni. Sono uno studente.
Voglio costruire un frequenzimetro e mi chiedevo se avesse dei pezzi di ricambio che può darmi”. Lui si mise a ridere, ma mi diede i pezzi. E poi mi diede un lavoro, quella stessa estate, in Hewlett-Packard: mi mise a lavorare alla catena di montaggio, assemblando dadi e viti proprio sui frequenzimetri. Era il paradiso in terra per me».

Jobs prosegue spiegando di come anche lui abbia provato a fare lo stesso, una volta raggiunto il successo per ripagare quel debito di gratitudine: “Quando le persone chiedono a me, provo a rispondere sempre”, spiega.

Questo perché, al di là dell’episodio con Hewlett, Jobs racconta di “non aver mai trovato qualcuno che mi dicesse di no, o mi attaccasse il telefono in faccia quando chiamavo”.

LEGGI ANCHE: “Apple Park: l’ultimo sogno di Steve Jobs prende vita

È questo il semplice consiglio di Jobs. Ed è questo ciò che in molti non fanno e, di conseguenza, non hanno successo:

«Molte persone non alzano mai la cornetta per chiamare. Molte persone non chiedono mai. E questo è ciò che separa, a volte, le persone che realizzano cose da coloro che le sognano soltanto».

Cosa succede quando chiedi

È evidente perché molti di noi fanno fatica a chiedere. Chiedere vuol dire mostrarsi vulnerabili e la paura di un rifiuto è estremamente radicata in noi. Ma la verità è che non abbiamo niente da perdere.

Jeff Haden, su Inc, commentando il consiglio di Jobs prova a spiegare perché è così importante dire “Mi puoi aiutare?”. Sono 3 le cose che accadono formulando questa semplice domanda:

  • Dimostri rispetto per l’interlocutore. È come se dicessi: “Ne sai più di me, tu puoi fare ciò che io non posso”.
  • Dimostri fiducia. Mostrando la tua vulnerabilità, implicitamente stai dando fiducia all’altra persona, nelle cui mani poni la tua debolezza.
  • Mostri la tua capacità di ascolto, che non è cosa da poco. Soprattutto dimostri di essere aperto a quello che l’altro ha da dire, anche se probabilmente si scontrerà con la tua visione del mondo.

Queste tre dimostrazioni, secondo Haden, possono aprire molte porte. Perché l’interlocutore si sentirà orgoglioso e sarà soddisfatto di sapere che qualcuno è venuto da lui mostrando il rispetto e la fiducia che sente di meritare.

Fallimento

Un altro passaggio importante del breve video di Steve Jobs è questo, in conclusione:

«Devi agire. E devi avere la volontà di fallire: se hai paura di fallire, non andrai lontano».

È curioso che questa frase venga pronunciata proprio nel periodo in cui Jobs lavora in NeXT. L’allontanamento da Apple nel 1985 è stata per lui un fallimento, senza dubbio. La creatura che aveva fatto nascere e crescere, di cui si sentiva parte, non aveva più posto per lui.

La sua rocambolesca uscita dall’azienda tra l’altro giunge al termine di una serie di eventi sfavorevoli, di altrettanti piccoli fallimenti. Nel 1985, Jobs guida il team di lavoro che idea e realizza Lisa, il primo computer della storia con un’interfaccia grafica utente (GUI, graphicaluse rinterface). Una meraviglia della tecnica, ma un flop sul fronte delle vendite.

Successivamente arriva il Macintosh che vende meglio, ma che non permette a Apple di agguantare una quota di mercato sufficiente per impensierire IBM. John Sculley, allora CEO dell’azienda, voluto proprio da Jobs, lo rimuove dallo sviluppo del Macintosh.

Nella “guerra di potere” che seguirà ai vertici della Apple, Jobs finirà per lasciare l’azienda. Con 7 milioni di dollari, fonda quindi NeXT: dopo un anno, però, ha già esaurito i fondi. E non ha uno straccio di prodotto da mostrare agli investitori. Con solo il suo nome da spendere, troverà in Ross Perot un finanziatore generoso.

Ma anche così le cose non vanno benissimo. Il primo computer creato dalla NeXT arriverà con molto ritardo sul mercato rispetto alle previsioni e costerà troppo per impensierire i competitor. Ne saranno prodotti solo 50mila, prima che Jobs si concentri solo sul software, considerato estremamente innovativo. Il PC non sarà un grande successo di vendite, ma si toglierà un po’ di soddisfazioni: è su un computer NeXT, per esempio, che Tim Berners-Lee ha progettato il World Wide Web.

Con la Apple in estrema difficoltà creativa e finanziaria, il nuovo CEO Gil Amelio acquisirà poi NeXT nel 1997 per 429 milioni di dollari. Mossa che riporterà Jobs in azienda, rendendolo più influente che mai. E il resto è storia.

 

 

LEGGI ANCHE: “Ecco perché i CEO di Amazon, Netflix e Coca-Cola vogliono fallire di più

COMMENTS

WORDPRESS: 0
DISQUS: 0

Secondo Steve Jobs, è questa singola azione a “decidere” il successo o il fallimento di una persona

di Giancarlo Donadio Tempo di lettura: 4 min
0