Trasforma il cosplay in un mestiere (e guadagna cifre a 5 zeri)

Trasforma il cosplay in un mestiere (e guadagna cifre a 5 zeri)

A 26 anni Stella Chuu lascia il suo lavoro da designer per buttarsi nella sua passione: il cosplay. Scopriamo insieme cos’è e come guadagnano i cosplayer professionisti (anche in Italia).

Travestirsi da personaggi dei cartoni animati: lo abbiamo sempre fatto, da piccoli, a carnevale. Qualcuno può ricavarci fuori un guadagno? A quanto pa

Travestirsi da personaggi dei cartoni animati: lo abbiamo sempre fatto, da piccoli, a carnevale. Qualcuno può ricavarci fuori un guadagno? A quanto pare sì. Loro sono i cosplayer professionisti: partecipano a tutte le conferenze a tema fumetti, videogame e serie tv, travestendosi dai personaggi delle storie più famose.

Gli organizzatori di eventi a tema fanno a gara per accaparrarseli e i brand li contattano per promuovere i loro prodotti.

Cos’è un cosplayer?

Se non siete mai stati a Lucca Comics o a un Comicon, probabilmente non saprete cos’è un cosplay. In parole povere, i cosplayer sono coloro che si travestono da personaggi dei fumetti, dei videogiochi, delle serie tv, del cinema.

L’attività è nata nell’ambito della cultura nerd: se avete visto una puntata di Big Bang Theory, allora avete visto anche Sheldon Cooper e soci travestirsi da personaggi dal mondo dei fumetti o delle serie tv (Star Trek è sicuramente tra le serie più “interpretate” da loro).

Il termine cosplay deriva dall’inglese: Cos (costume) e play (interpretare). Il fenomeno è nato in Giappone circa 40 anni fa: non è un caso che manga e anime – fumetti e cartoni animati nipponici – siano i più rappresentati.

I cosplayer si radunano periodicamente a eventi dedicati specificamente a questa attività, o più in generale ad appuntamenti legati al mondo del fumetto e delle serie tv.

Il fenomeno ha preso piede anche in Italia. Al punto che esiste un giro d’affari da 150 milioni di euro l’anno legato al fenomeno. I cosplayer del nostro Paese hanno in media 25 anni e sono principalmente giovani donne.

Nadia, cosplayer italiana, ha raccontato a Vice come ha trasformato la sua passione in lavoro (anche se non nella sua principale fonte di reddito):

«Non trascuro mai la mia principale attività, ma collaboro molto spesso con software house o case editrici che mi richiedono di indossare e realizzare i personaggi delle loro serie. Per esempio solo quest’anno ho collaborato con la Sony per interpretare Aloy da Horizon Zero Dawn, la Ubisoft con Aya da Assassin’s Creed Origins e la Blizzard con Jaina da Hearthstone».

Viene invitata all’estero a conferenze o per eventi dedicati al mondo dei manga e dei videogiochi, sponsorizza prodotti legati a quel mondo e ha aperto uno store online in cui vende le sue foto in costume.

Stella Chuu: la cosplayer che guadagna cifre a 5 zeri

Il fenomeno è diventato così di massa che CNBC ha dedicato un pezzo e una video intervista a Stella Chuu, cosplayer americana che racconta di riuscire a portarsi a casa “un reddito a sei cifre” da questa attività. Dopo alcuni anni, quella dei cosplay è diventata per lei la prima fonte di reddito.

This 29-year-old makes six figures a year dressing up in costumes from CNBC.

Stella ha 315mila follower su Instagram e 700mila su Facebook. Usa anche canali di streaming come Twitch, dove i suoi video sono visti da 12mila iscritti. Qui mostra “il processo creativo che mi porta a creare un costume, mentre risolvo i diversi problemi che si possono presentare”.

Come guadagna?

A CNBC racconta tutte le sue possibili fonti di reddito. Innanzitutto gli eventi, di cui abbiamo già parlato, come i Comicon, per cui riceve una fee: sono circa 20 gli appuntamenti a cui partecipa ogni anno. Vende poi foto e merchandising online.

Stella ha anche un profilo su Patreon, crowdfunding subcription-based (ne abbiamo parlato qui), in cui chi la segue può finanziare di volta in volta diversi progetti di interesse.

Chuu ha anche stretto collaborazioni con brand del calibro della Marvel e di Google, per promuovere i loro prodotti.

A questi introiti vanno ovviamente sottratti i costi per la realizzazione dei costumi, che possono essere anche molto alti.

Il materiale per creare un singolo abito può arrivare a costare fino a mille dollari: bisogna considerare non solo la stoffa, ma anche le parrucche, il trucco, materiali come la pelle o il polistirolo. C’è poi da considerare il tempo che dedica alla preparazione del costume: Chuu, che è una professionista attenta, può impiegare da poche settimane a mesi. Una volta ci è voluto addirittura un anno, come spiega nel video.

Anche gli stessi costumi possono però diventare una fonte di reddito. Chuu ne ha adesso 200. Ciascuno di essi è stato impiegato in diverse convention intorno al mondo. Li butta via solo quando sono danneggiati, ma spesso li vende, per un prezzo variabile che arriva fino a mille dollari. Crea anche abiti ex novo per altri cosplayer: il prezzo può arrivare fino a tremila dollari.

Com’è nata l’idea

Stella Chuu oggi ha 29 anni, da tre la sua attività da cosplayer è diventata la sua unica fonte di reddito. Tutto però è cominciato per gioco.

Ha cominciato a interessarsi alla cosa durante le superiori, per via della sua grande passione per gli anime: racconta di essere cresciuta guardando Dragon Ball e Shadow Skill. Quando si iscrive al college, la SUNY (State University of New York), diventa la presidente del locale anime club.

«Quando ho cominciato non pensavo davvero che questa attività mi avrebbe fatto guadagnare qualcosa. Pensavo: magari diventerò un’artista morta di fame!».

Dopo essersi laureata, Chuu comincia a interessarsi con molta più attenzione ai cosplay. Ha un lavoro come designer, ma nel tempo libero si dedica alla sua passione:

«Ho deciso di mettermi d’impegno in questo hobby: mi sembrava bellissimo andare agli eventi dedicati a fumetti e videogame, così come al mio anime club. Ho pensato che se avessi imparato a realizzare da sola i miei costumi ne sarebbe venuto fuori qualcosa di bellissimo: avrei viaggiato di più, avrei incontrato persone interessanti».

Non nasce quindi come un’idea per il lavoro. La prospettiva cambia quando arriva la prima richiesta di collaborazione. L’organizzazione di una convention sui fumetti le chiede di fare un’apparizione, pagandole una fee in cambio.

Da lì comincia a crescere l’interesse sui social e sempre più organizzatori di eventi e brand la contattano.

A 26 anni, tre anni fa, la scelta di lasciare il lavoro: «Mi sono accorta che mi prendevo troppi giorni liberi al lavoro. Facendo dei cosplay il mio lavoro full-time mi sono presa un grosso rischio». Ha deciso di fare il grande passo guardando agli influencer e altri imprenditori che hanno trasformato il loro seguito online in un lavoro. Per farsi aiutare a gestire la sua carriera, ha assunto un manager. Anche perché, confessa di sentirsi spaventata “dal futuro che mi aspetto: nessuno può dirmi cosa fare”. Allo stesso tempo, si sente felice: «È bello sentire di avere una sicurezza economica mentre si fa arte».

Il suo consiglio per il successo? Può sembrare banale, ma è molto interessante, soprattutto per chi lavora con una qualche forma d’arte o artigianato:

«Non lavorare mai gratis: se sei davvero bravo in ciò che fai, devi ricevere un compenso».

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Trasforma il cosplay in un mestiere (e guadagna cifre a 5 zeri)

di Gennaro Sannino Tempo di lettura: 5 min
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